Tanto per cambiare, parliamo di calcio. Non quello giocato sul manto erboso, bensì quello delle brevi soste negli esercizi pubblici da parte delle persone infreddolite, pronte a sostenere la squadra del cuore.

Dopo il primo atto “ordinanze da interpretare” ecco la seconda parte di questa commedia surreale. Nelle giornate dedicate allo sport più seguito dai romagnoli, il bar gelateria “Voglia di gelato”, sito all’angolo tra viale Marconi e via Lazio, è frequentato nei pre partita anche dai fedeli tifosi del cavalluccio.

Il giorno della partita Cesena-Sampdoria (20 ottobre), dopo che i bianconeri si sono allontanati, due agenti della municipale in borghese sono entrati per un controllo, elevando un verbale di contravvenzione perché su alcuni tavoli, all’esterno “vi erano delle bottiglie di vetro vuote che non ci dovevano stare”. L’ordinanza restrittiva riguarda il divieto di usare contenitori di vetro in occasione di manifestazioni sportive, quattro ore prima e due dopo la partita; inoltre elenca le vie soggette a tale divieto (viale Marconi non è però citata).

È doveroso precisare che spesso le persone che si dirigono allo stadio, passando, lasciano le bottiglie di birra vuote – portate da casa o acquistate altrove – sui tavoli all’esterno della gelateria sul viale Marconi. Va da sé che il personale del bar, molto impegnato all’interno, non sempre riesce in tempo reale a tenere sgombro l’esterno. Tra l’altro marche di birra quale Peroni, Ichnusa, Heineken lasciate sui tavoli (prove del reato) il locale neppure le vende.

A nulla comunque sono valse le giustificazioni del titolare, poiché la municipale ha replicato il proprio intervento durante la partita Cesena-Sudtirol (3 novembre). In quest’ultimo caso, udite udite, senza neppure fermarsi “per motivi di ordine pubblico”, hanno notificato alla gelateria, dopo dieci giorni, un altro verbale di contravvenzione. Probabilmente la politica attuale dell’amministrazione comunale e/o del responsabile preposto alla sicurezza non è quella di prevenire, ma di reprimere e, a pensar male, quella di fare cassa con “moderni” balzelli sulle spalle di chi lavora.

Con riferimento al secondo intervento (passo, guardo, verbalizzo, poi notifico) una domanda sorge spontanea: tutto ciò che succede nel perimetro esterno del locale, è da addebitare al titolare? Se così fosse, quindi, per evitare ogni rischio e pericolo rimane solo una soluzione, chiudere l’esercizio pubblico!

È vero che la legge non ammette ignoranza, ma dovrebbe essere altrettanto vero anche il contrario! Oggi, l’informazione e la stampa, sono rimaste le poche armi rimaste per difendere i cittadini dalle tante, troppe, ingiustizie del nostro tempo. Ragioniamoci sopra.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto redazione 

Il Vice Direttore Ugo Vandelli

1 commento

  1. Queste leggi del nostro Stato italiano sono di difficile interpretazione.
    Chi ci va di mezzo è sempre l’esercente, che si vede notificare un verbale dopo dieci giorni dalla chiamiamola infrazione, che l’esercente del bar avrebbe commesso. La Polizia Locale era impegnato sul fronte della sicurezza durante un incontro di calcio e non si e fermata; ha preso solo i dati, per avere visto sui tavoli esterni al locale delle bottiglie di vetro. A questo punto posso solo immaginare che per l’esercente vi sia stata una valutazione diversa.

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