E’ una vera vergogna, con i politici, le Associazioni che parlano come le papere e che nelle ultime due gestioni comunali hanno di fatto rovinato il centro storico di Cesena con i negozi costretti ad abbassare le proprie serrande. Vedere Cesena sfiorire è come non avere il grano per dare un pezzo di pane a tuo figlio. Vedere la città Malatestiana perdere il suo fascino nel quadrilatero della passeggiata è come avere una sola gamba, esseri monchi.

Il Foro Annonario abbiamo sempre scritto che è l’aborto di una città che non riesce ad alzarsi in piedi, che la nuova piazza delle poste di sera è già centro per “gli escrementi” degli animali da passeggio e luogo di scambio di sostanze stupefacenti, che la stazione è meta di delinquenza e che i quartieri non hanno aree verdi o telecamere necessarie per assicurare il cittadino all’incolumità.

I negozi non reggono più nonostante i titolari pagano il tesseramento a Confartigianato ed Ascom con le bollette energetiche che invece di diminuire i costi stanno diventando impagabili. E le banche del territorio, dopo i vari fallimenti, i crac, lasciano il cliente in mano al web, ad un computer o davanti ad un televisore che attraverso un contatto quasi da fantascienza ti consenti di fare versamenti o prelevamenti. Come dire la tecnologia si è mangiato la donna, l’uomo…

Proprio in questa settimana ci saranno altri negozi del centro storico costretti a dire addio alle proprie attività, come se anche Cesena è arrivata al punto di avere un’epidemia di coronavirs economica. Infatti, il problema finanziario va esteso pure all’agricoltura con i magazzini delle frutta che ormai su contano su di un palmo di una mano.

E, non voglio descrivere perchè altrimenti ci verrebbe il morbillo a tutti di come si sia in parte lasciato far fallire lo sport in questa città di sinistra che si è completamente dimenticata degli operai, dei contadini, degli artigiani e dei commercianti, pensando ad operare in gran parte per la larga distribuzione, le cooperative e a chi appaltare i rifiuti urbani, senza magari pensare nemmeno al canile…

Ma tornando al centro, ricordo di quanto era bella la famosa “vasca” del week end, di quanto benessere nostrano e vera amicizia sociale la Cesena offriva. Oggi aleggia la totale sfiducia.

Auguriamoci che non arrivi una pandemia nell’anno del 150esimo compleanno di Alessandro Bonci e che l’Agenzia Viaggi Manuzzi, Manuzzi Orologeria, Monti Store, Charlie Fashion, La Vie En Rose, La Tazza D’Oro, Babbi Caffè, Carbonari, Orologeria Comandini, Maxmara, Luisa Spagnoli, Lo Scarparo, Silwie Room, Le Spose di Luciana, Space, etc… abbiano lunga vita non tanto per i loro guadagni che sono sempre meno, ma per quel fascino che una città ha bisogno di avere per appartenenza e storicità sociale.

Il Sindaco è cambiato, ma che musica ascolteremo a teatro per salvare l’immagine di questa città che si regge ancora in piedi per la grande fortuna di avere come residenti le TRE GRANDI SORELLE AOT.

Ascoltatevi Sanremo, almeno con Fiorello si ride… e dal cantico di Benigni speriamo che giunga dall’attore una mascherina di protezione e che non pensi solo a Longiano, d’altronde Nicoletta è venuta a scuola con me a Cesena.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Valerio Casadei

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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