Siamo alle solite, non si vince, si rischia di guardare anche il prossimo Mondiale in tv e ci si interroga su dove sia finita l’Italia europea, persasi tra infortuni, scarsa forma, mancanza di personalità; eppure solo pochi mesi fa levavamo gli scudi sui nostri prodi, mentre adesso abbiamo timore persino che la Macedonia sia indigesta persino con lo zucchero!

Nessun campione, questa è la triste nota del calcio italiano; buoni giocatori sì, ma occorre siano tutti in forma, tutti pronti al sacrificio non solo per se stessi ma per gli altri dieci in campo, in modo da fronteggiare compatti l’avversario di turno, in modo di essere propositivi anche quando non si è al top e neppure i più forti.
L’europeo ci aveva illuso, così come probabilmente abbiamo sopravvalutato il filotto di partite senza sconfitte, facendo poca attenzione a chi c’era di volta in volto di fronte; in realtà la storia è sempre la stessa, se non partiamo favoriti, a luci spente e persino sottovalutati, riusciamo a stupire, mentre i favori del pronostico, le attese dopo una vittoria, sembrano pesare come macigni, fanno smarrire persino le qualità di giocatori che scarsi non sono.

Oggi è il giorno dei commenti, non più quelli a caldo, ma quelli del giorno dopo, dove (come nostra abitudine) sono gli assenti ad avere ragione, anche se gli stessi erano “graticolati” appena qualche settimana prima … è sempre successo, basta ricordare le accuse per la mancata presenza di Insigne contro la Svezia, lo stesso che nelle partite precedenti lo spareggio si era beccato dei cinque in pagella quando andava bene, guarda caso lo stesso che in queste ultime uscite si è ribeccato gli stessi brutti voti…
…. Oggi il rimpianto è Immobile, che tra quello laziale ed il “cugino” in Nazionale c’è un abisso, ma tant’è, l’unico centravanti italiano è lui, il resto lo si sta cercando, disperatamente, senza una soluzione, anche perché nelle formazioni migliori del nostro campionato quanti attaccanti, quante prime punte, sono italiani?

Se l’unica alternativa a Ciro è Belotti, finiamo dalla zuppa al pan bagnato, considerando oltre tutto che il Gallo arriva da un lungo infortunio e che anche lui ha caratteristiche non gran che adatte al gioco di Mancini; spazi aperti, palle lunghe, uno contro uno in velocità … ecco che allora sia Immobile che il Gallo danno il meglio di sè, ma nello stretto, tra i fraseggi ed il poco spazio … finisce che si perdono.

il problema è che il resto è avvolto nelle nebbie, o se preferite, sulle panchine in giro per l’Italia, perché si fa presto ad invocare Kean, Scamacca, Raspadori, ma questi quando giocano nei loro Club ed inoltre, quanto segnano? Ora va di moda il giovane pisano Lucca, uno che sino ad un anno fa non se lo filava nessuno e mica aveva fatto mirabilie nelle giovanili del Toro … ma si sa, in Italia uno segna tre gol e diventa un fenomeno, salvo poi accorgersi che è uno Zaza qualunque.
Magari ha ragione Mancini, l’Italia vincerà le prossime due partite e poi pure il Mondiale, ma intanto per giocare la seconda bisognerà vincere la prima e speriamo che l’avversaria sia di nome, metta paura, perché altrimenti rischiamo un’altra figuraccia epica e questa volta non ci sarà il “paravento” Ventura da crocifiggere al posto di tanti pseudo campioni milionari!

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Lapresse

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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