Erano gli anni 80 ed era la Milano da bere, quella del potere industriale, economico e pure politico; la Milano di certi personaggi che facevano il bello e cattivo tempo, che credevamo filantropi ed ancor oggi versiamo lacrime e sangue.

La Milano calcistica invece perdeva colpi; l’Inter di Fraizzoli, e poi di Pellegrini, era sempre tra le prime ma vinceva solo le briciole, mentre al Milan capitava di andare in B due volte in tre anni e ci voleva Berlusconi per evitare il fallimento, proprio a metà del decennio.

Son passati 30 e più anni da allora, di certi personaggi è cambiato il cognome ma non il modo di esercitare il potere, mentre Inter e Milan hanno scritto pagine e pagine vincenti della loro storia; più i rossoneri del Cavaliere che i nerazzurri morattiani, ma anche nel calcio ne abbiamo viste di tutti i colori che a stupirsi si fa la figura del milanese “pirla”.
Successi calcistici, allori mondiali persino, ma si sa che il tempo passa per tutti, così come passano i soldi, la gloria, e se negli anno 80 i fuoriclasse brasiliani, argentini, tedeschi, facevano la fila per giocare in Italia nel “Campionato più bello del Mondo”, oggi si fa fatica a convincere un islandese, pure se gli prometti i bonus più facili che si può.
E si, bei tempi gli anni 80, i magnati del calcio a farsi definire ricchi scemi e soldi spesi a palate; si giocava la domenica e pure chi faceva la prima elementare riusciva a leggere le formazioni! Ascoltavi la partita alla radio ed i sessanta milioni di allenatori, presidenti, bomber, discutevano al bar o in ufficio, comperavano i giornali sportivi ed i vaffan… si scambiavano viso a viso e non sui social, nascosti dietro improbabili simboli e nickname.

E’ cambiato il mondo, il calcio, Milano e le sue squadre; l’Inter ha un padrone indonesiano che cerca soldi cinesi ed ha ceduto gli introiti di abbonamenti e biglietti della stagione a venire, così come i crediti di giocatori ceduti a rate, nello stesso modo in cui negli anni 80 si faceva con l’auto, il televisore, la lavatrice.
Hai voglia a dire che l’Internazionale non è poi così mal messa; in campo la Champions è un lontano ricordo, mentre per la cassa basta tornare indietro di qualche riga o, se volete, rileggere i soliti commenti italroboanti all’arrivo del magnate straniero, quello che i soldi li ha a palate, quello nato con il nerazzurro nel cuore, manco fosse della Bovisa e ti fa sorgere spontanea la domanda: ma si sarà rotta la pala?

Ed i rossoneri? Anche qui si ride per non piangere dato che i risultati sono anche peggio di quelli dei cugini, nonostante le cravatte di Galliani siano sempre gialle, ma forse dipende dal fatto che, nel frattempo, siano divenute gialle anche le facce del buon Adriano e del Cavaliere.
Ora anche la salvezza, cioè i soldi, potrebbero essere gialli; certamente non avranno la faccia del thailandese Mister Bee, anche lui accolto con squilli di trombe e tromboni, divenute in un anno poco più che pernacchie, mentre potrebbe essere più probabile vedere seduto sulla poltrona presidenziale Robin Li, uno che pare i dané li abbia davvero, sempre ammesso che il governo cinese gli dia il via e considerando che l’incognita principale rimane sempre lui: Silvio.

C’era una volta la Milano da bere e chissà che non torni, magari con il MAO TAI JIU al posto del Ramazzotti, i wonton invece della cassoeula e Milanlab che cura le depressioni rossonere con il tè al gelsomino…
D’altra parte sarà solo un caso se a Milano ci sono più Hu, Chen e Zhou di Brambilla?

A cura di Maurizio Vigliani

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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