Il Comitato della Croce Rossa Italiana di Cesena è l’unico comitato italiano a gestire un importante centro di formazione internazionale certificato, sorto per erogare corsi sia al personale sanitario che alla popolazione e prepararli a utilizzare il defibrillatore semiautomatico DAE, per affrontare l’emergenza di casi di arresto cardiaco che dovessero verificarsi sul territorio.

Il centro, appena inaugurato, è denominato “International Training Center” (ITC), dell’American Heart Association (AHA), porta un importante contributo nella lotta all’arresto cardiaco che può colpire in maniera non prevedibile, persone per strada, in ambiente domestico, sportivi, professionisti o dilettanti, nel momento di una competizione.

Da qui l’importanza della presenza di tale dispositivo medico, in postazioni che lo mantengono in efficienza, che consente di effettuare la defibrillazione delle pareti muscolari del cuore e, soprattutto, la necessità che ci siano soccorritori in grado di usarlo correttamente. Insieme al presidente della CRI di Cesena Massimo Baiardi ed alla vice presidente Catia Bianchi che hanno fatto gli onori di casa, hanno presenziato all’evento i più alti livelli europei e italiani dell’AHA association: Glenn Vanden Houten (Regional Director Europe & Africa), Serena Parisi (EUA Training Consultant) e Marida Straccia (International Resuscitation Program Manager). Presente anche la dottoressa Raffaella Francesconi, direttrice del Pronto Soccorso dell’Azienda Usl, dirigenti del Caps, rappresentanti di Centri di formazione locali quali Arcade e altri comitati CRI del territorio; il sindaco Lattuca e il consigliere regionale Bulbi hanno portato il saluto delle istituzioni.

Una dimostrazione pratica è stata data dagli istruttori AHA della CRI di Cesena, su un avveniristico quanto veritiero manichino messo a disposizione da Simulkare, azienda di Cesena leader nel settore dell’innovazione digitale e della tecnologia applicata alla simulazione medica. “L’80 per cento degli arresti cardiaci – ha detto Marida Straccia -, avviene in luoghi diversi dall’ospedale, per cui non solo è necessario informare la gente comune che una tempestiva chiamata al 118, ma anche semplici manovre di massaggio cardiaco che tengono in circolo il sangue, in attesa dell’arrivo dell’ambulanza può davvero salvare una vita”. Sulla necessità di promuove corsi di simulazione di primo soccorso nelle scuole di ogni ordine, a partire dai bambini, ha puntato l’accento il dottor Enrico Farabegoli, autore di manuali di primo soccorso. “Un soccorritore ‘laico’ – ha detto- si trova ad affrontare il dubbio di come fare qualcosa, se mettere le mani sul torace dell’infartuato, e il timore di provocare dei danni. Piuttosto che l’immobilismo, meglio fare, meglio ancora se a queste domande corrisponda invece, un intervento capace e consapevole, in attesa di personale competente”.

A cura di Raffaella Candoli editorialista – Foto Repertorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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