La Procura di Roma indaga per omicidio dopo il ritrovamento, avvenuto alcune ore fa, di alcune ossa in un edificio di proprietà del Vaticano.
Si tratta di un locale vicinissimo alla sede della Nunziatura apostolica di via Po a Roma.
I magistrati di piazzale Clodio hanno avviato una serie di accertamenti tecnici per capire a chi appartengano questi resti e, in particolare, se abbiano una compatibilità con il Dna di Emanuela Orlandi o Mirella Gregori, le due ragazze scomparse a Roma nel 1983. Il rinvenimento è avvenuto durante alcuni lavori di ristrutturazione del locale annesso alla Nunziatura.

“Il Corpo della Gendarmeria – si legge in una nota del Vaticano – è prontamente intervenuto sul posto, informando i Superiori della Santa Sede che hanno immediatamente informato le Autorità italiane per le opportune indagini e la necessaria collaborazione nella vicenda. Allo stato attuale il Procuratore Capo di Roma, Giuseppe Pignatone, ha delegato la Polizia Scientifica e la Squadra Mobile della Questura di Roma al fine di stabilirne l’età, il sesso e la datazione della morte”.

Un mistero lungo 35 anni – Emanuela Orlandi, cittadina vaticana, che oggi avrebbe 50 anni, era figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia, è scomparsa in circostanze misteriose il 22 giugno 1983 all’età di 15 anni, diventando uno dei casi più oscuri della storia italiana. La giovane frequentava una scuola di musica a piazza Santa Apollinare a Roma, in territorio Vaticano. Il 6 maggio 2016 la Cassazione aveva confermato l’archiviazione dell’inchiesta. A maggio del 1983 era scomparsa un’altra ragazza romana, Mirella Gregori, coetanea di Emanuela, figlia dei titolari di un bar di via Volturno, studentessa. Mirella non conosceva Emanuela, né le due ragazze avevano frequentazioni in comune. Anche questo caso resta avvolto nel mistero.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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