È un Cesena con i fiocchi quello che rimanda a casa un Carpi sceso al Manuzzi per tentare di”salvare la pelle” e nulla più.
Peccato per i biancorossi che quando si svegliano sono già sotto di due reti ed il tenere di più il pallone serve unicamente per le statistiche.

Di Gennaro fa il bello ed il cattivo tempo, impossibile da fermare, vera manna per un Cesena che aveva bisogno di un innesto di qualità e lo ha trovato nell’ex laziale che, a vederlo giocare, ti chiedi cosa ci faccia in Serie C, quando in A c’è gente che al posto dei piedi ha due ferri da stiro ed una biglia di ferro in luogo del cervello.
Vero che è facile vedere la differenza di passo e tasso tecnico rispetto alla categoria, ma davvero il gioco del calcio non è per tutti!

Il Cesena c’è comunque tutto, almeno sino a che non subentra un po’ di supponenza e si tirano i remi in barca, senza correre rischi, anzi sbagliando persino qualche altra occasione.
Ma in fondo va bene così, specie ricordando quanto successo all’andata, quando il Carpi pareva tra le favorite del girone ed in riva al Savio si mugugnava come ai tempi delle repubbliche marinare.

È passato un girone e si è rivoltato il mondo, ma il Cesena del lunedì sera di fine febbraio è una realtà sacrosanta e merita quella considerazione, quell’affetto, per tanto tempo dimenticato tra debiti e gestioni immonde.
Nessuno sa come finirà il campionato, ma il Cesena è tornato e merita tutto il bene possibile.

Il direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Zanotti

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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