Il prezzo del gas sfonda un nuovo tetto e tocca un nuovo record: tocca il picco di 324 euro megawattora e poi chiude a 321 euro, un livello altissimo, da allarme rosso. Più che le forniture a preoccupare è ora la stangata che, attraverso le bollette, rischia di piegare le gambe a molti settori produttivi e dei servizi.

Secondo il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, il governo Draghi deve intervenire sulla crisi del gas. “Serve un tetto del prezzo del gas a livello europeo o nazionale – ha spiegato al Tg1 – sganciare il costo dell’elettricità dal prezzo del gas, con una sospensione temporanea dei certificati Ets e riservare una quota della produzione dell’energia rinnovabile a costo amministrato alle aziende manifatturiere come fanno in altri Paesi”.

Al ministero dell’Economia è partita la caccia di nuove risorse per ulteriori misure contro il caro gas. “Ci sono i margini per un nuovo decreto per calmierare gli effetti del prezzo del gas che ha raggiunto livelli record insostenibili”, dice il viceministro all’Economia, Laura Castelli. E per questi ci sarebbero già stati contatti tra il ministro dell’Economia Daniele Franco e della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani. Certo che per usare nuove risorse servirebbero nuove stime. Ma se si riesce le misure potrebbero trovare anche una “strada” veloce. Più che un decreto, che dovrebbe passare all’esame del Parlamento mettendo in difficoltà le agende a ridosso dello scioglimento e poi dell’insediamento delle Camere, le misure potrebbero entrare con un emendamento nel decreto Aiuti Bis, l’unico ora pendente in Parlamento per il quale si prefigura un iter velocissimo entro metà settembre.

Insieme arriveranno le regole per i risparmi, al quale sta lavorando Cingolani. Il piano prevederà step progressivi legati alle eventuali difficoltà che dovessero emergere.  Le prime a poter essere interessate saranno le aziende interrompibili, cioè in grado di spegnere gli impianti per due tre giorni senza danneggiare la produzione. Si pensa anche a programmare interventi di manutenzione. Per favorire questi processi potrebbero anche arrivare incentivi. E su questo lavora il Ministro dello Sviluppo, Giancarlo Giorgetti con decreti  che rafforzano i contratti di sviluppo e mettono sul tavolo 2 miliardi per finanziare 101 progetti che puntano alla riduzione di almeno il 40% delle emissione dirette di gas effetto serra e di almeno il 20% il consumo di energia. L’80% delle risorse andranno al Sud, il 20 al Centro-Nord. Al momento gli stoccaggi hanno superato quota 80% ma quello che preoccupa è la crescita esponenziale del prezzo del gas.

A cura di Elisabetta Turci – Foto Imagoeconomica 

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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