A giorni, finalmente, anche se con notevole ritardo rispetto ad altre nazioni, gli stadi dovrebbero tornare alla loro capienza originale del cento per cento. Il condizionale è d’obbligo perché quasi sicuramente sarà proposta la capienza al settantacinque per cento. Infatti, la riapertura totale sarebbe solo una scelta di buonsenso che il governo, però, fatica a prendere. Eppure in Inghilterra, in Spagna e persino in Francia, nazione che ha seguito una politica di rigore e di “chiusure” ha già riaperto completamente gli impianti sportivi ai primi di febbraio.

I cori da stadio, è risaputo, svolgono una funzione da quasi protagonista nello spettacolo sportivo più seguito al mondo e non a caso, i tifosi sono definiti il tredicesimo uomo in campo. Un esempio di casa nostra arriva dalla curva Mare del Cesena, che pur militando in serie C, ne è una prova. Chi è allo stadio sente quelle voci che muovono l’aria e ti arriva fin dentro l’anima, così come le telecronache, per chi segue da casa le partite, sono arricchite di una colonna sonora unica, necessaria.

I campionati, mai così aperti, nei quali le emozioni non mancano, hanno bisogno di poter contare anche sull’abbraccio della gente e sui cori in campo dei tifosi. Nella massima serie facile immaginare che spettacolo saranno i derby tra le due milanesi, oggi prime della classe, se tutti i posti allo stadio saranno occupati. “Eravamo in centomila allo stadio quel dì” cantava Adriano Celentano.

Emozioni che ci mancano da due anni, esattamente da fine febbraio 2020. Poi, come tutti sappiamo, il mondo ha dovuto affrontare la partita della vita contro il virus e tutto è passato in secondo piano. Oggi però i dati e i pareri dei virologi ci informano che non aprire completamente gli impianti sportivi all’aperto è soltanto accanimento terapeutico. Sarebbe anacronistico e dannoso per il mondo dello sport che ha già pagato tanto, troppo. Il calcio, in particolare, è un’azienda che fornisce lavoro e produce ricchezza, e come tale deve essere trattato.

In questi ultimi anni ha già perso milioni di biglietti e mancati ricavi; mentre i club aspettano tuttora i famosi “ristori” promessi dal governo. Vaccini e green pass hanno prodotto risultati lusinghieri. Da qualche tempo si sono riaperti cinema e teatri, c’è stato il via libera per le sale da ballo ma ancora si ritardano le decisioni per gli stadi e i palazzetti. I numeri in netto calo dei contagi dovrebbero dare lo stimolo definitivo.

Confidiamo che il buonsenso prevalga per riportare la capienza al cento per cento. Lo sport in generale ha bisogno di tutte le sue anime anche per sentirsi definitivamente fuori dall’attuale emergenza. Ovviamente, in attesa della prossima…

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Marco Iorio / Il nuovo Dall’Ara

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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