Dopo quasi tre mesi dal fatto, scopriamo che anche mister Gasperini ha avuto il Covid-19 e lo scopriamo dalle parole dello stesso allenatore dell’Atalanta, forse dette per scaricare la tensione di quei giorni, forse per sentirsi ancora più vicino ai propri tifosi e ad una delle città più colpite d’Italia.

Il problema però è che i sintomi siano iniziati il giorno prima del turno di ritorno della sfida Champions di Valencia, senza che sia stata presa alcuna misura in merito, e si che si era ormai in una fase conclamata del virus, e da noi fosse già scattato il blocco generale, da almeno un paio di giorni.

Ovviamente le parole del mister hanno avuto grande eco in Spagna, dove però, è giusto sottolinearlo, non sono poi così “innocenti” come vogliono dare a vedere, un po’ perché a quel tempo gli iberici erano più intenti a prenderci in giro che a cautelarsi, tanto che il risultato odierno su numero di contagi e morti, la dice lunga in merito, un po’ perché i tifosi del Valencia tutto fecero salvo che restarne a casa, pur se la partita si giocò a porte chiuse!

Però c’è nella vicenda quel qualcosa di stonato che mai manca, chissà perché, nelle vicende calcistiche, una sorta di omertoso silenzio, o per bene che vada, una mancanza di trasparenza che lascia perplessi.
In uno dei miei ultimi articoli ho scritto che non ci sarebbe da stupirsi che, pur di finire la stagione, e di conseguenza incassare, qualche “positivo” scappasse dalle maglie dei controlli, complice la chiusura di più di un occhio e l’evitare quarantene collettive ed un blocco ulteriore e questa volta finale.

La vicenda di Gasperini, ma anche quella di Rugani ed altre raccontate solo a metà, o meno, non fanno altro che alimentare la mia tesi, magari al solito cattiva, ma si sa che a pensare male spesso ci si azzecca.
Virus a parte, sono tante le vicende, anche purtroppo con vittime, in cui il mondo del calcio si è dimostrato un muro di gomma su cui si sbatte rimbalzando, in cui si danno risposte spesso così stupide ed inverosimili che a nulla servono se non ad accrescere dubbi e cattivi pensieri.

Basterebbe quel minimo di trasparenza che tanto si invoca, e non si parli, a giustificazione, di privacy, perché anche questa è usata a comodo proprio e fuori luogo, spesso e volentieri, dato che è invocata solo per i fatti propri e mai in difesa di quelli altrui.
Speriamo che il futuro ci riservi sorprese positive anche relativamente al mondo del pallone, ne beneficerebbe in primi una credibilità che oggi non credo sia distante dai minimi storici.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Marco Iorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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