Il calcio è nuovamente in lutto e piange la scomparsa di una leggenda di un bomber nato tra i cortili, si è spento Pierino Prati. Dopo Mariolino Corso, se ne va un altro grande giocatore. L’ex attaccante di Fiorentina, Milan e Roma, malato da tempo, è morto oggi a 73 anni, a Catania.

Soprannominato “Pierino la peste”, era nato a Cinisello Balsamo il 13 dicembre del 1946.

Prati cresce nel settore giovanile del Milan. Goleador innato, a 19 anni passa in prestito alla Salernitana dove dimostra subito il suo fiuto per il gol, contribuendo con 10 reti alla promozione in Serie B dei campani.

Debutta in Serie A nel 1966 con la maglia del Milan, poi viene nuovamente ceduto in prestito, stavolta al Savona nel campionato cadetto, dove realizza 15 reti in 29 presenze.
Torna con i rossoneri dal 1967 al 1973. E’ il periodo d’oro del Milan di Nereo Rocco, di cui Prati è il centravanti titolare fino al 1973. In questo periodo colleziona 143 presenze segnando 72 reti.

Con i giallorossi capitolini ha giocato dal ’73 al ’77 totalizzando 110 presenze e 41 gol.

È stato campione d’Europa con la Nazionale nel 1968 e finalista mondiale nel 1970.

Alla sua prima stagione completa in massima serie fu capocannoniere con 15 gol, contribuendo alla vittoria del campionato da parte dei milanesi. Coi lombardi conquistò la Coppa delle Coppe nel 1968, e l’anno successivo Coppa dei Campioni e Coppa Intercontinentale: in quel 1969, nell’ultimo atto della principale competizione europea per club, fu memorabile la sua tripletta al Bernabéu nella finale il 28 maggio 1969, quando il Milan di Rocco schiacciò l’Ajax di Cruijff 4-1, sfiorando il record di reti di Ferenc Puskás in una finale.

Lasciò il Milan nel 1973, dopo due Coppe Italia consecutive e la seconda Coppa delle Coppe.
Finì alla Roma, e divenne per i sostenitori della lupa Piero Gol, che lo invocava a ogni partita. Non vinse niente, ma trascinò la Magica a un terzo posto che mancava da 20 anni, tenne a battesimo futuri idoli come Bruno Conti e Agostino Di Bartolomei, e rimase nel cuore di tanti sostenitori giallorossi: nella capitale gli vennero dedicate canzone, libri e serate speciali.

Giocò l’ultima gara in Nazionale (la quattordicesima, nelle quali segnò 7 gol), imboccando definitivamente il viale del tramonto; dopo due brevi parentesi alla Fiorentina e negli Stati Uniti, coi Rochester Lancers, chiuse la carriera in Serie C2, tornando per tre anni a Savona.

Aveva successivamente intrapreso la carriera da allenatore sulle panchine di Lecco, Solbiatese, Sporting Bellinzago e Pro Patria.

Con la Nazionale esordì il 6 aprile 1968 contro la Bulgaria, nella gara di andata dei quarti di finale del campionato d’Europa 1968: il suo gol portò il punteggio sul 3-2 per i bulgari; al ritorno segnò ancora e gli azzurri prevalsero 2-0, qualificandosi alla semifinale. Giocò la finale in coppia con l’esordiente Pietro Anastasi, mentre nella vittoriosa ripetizione fu sostituito da Gigi Riva.

La Figc e il presidente federale Gabriele Gravina si uniscono al cordoglio dei familiari di Pierino Prati: “Il calcio italiano piange un altro grande campione – dichiara Gravina – Prati è stato un calciatore straordinario, un bomber di razza, una stella che ha brillato in tutte le squadre in cui ha giocato”.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Vittorio Calbucci

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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