Il Brasile è da sempre considerata la patria del football, la terra dove si sfornano talenti che con un pallone tra i piedi incantano milioni di altre persone, estasiate nel guardare gestire un oggetto così apparentemente inutile come un pallone, con tale bellezza.
Data questa premessa sembra impossibile parlare di flop brasiliani, e invece ce ne sono e anche tanti specie nel nostro campionato.
Da anni non ci sono più giocatori verde-oro che si ricordano nel nostro campionato per essere decisivi e non dei flop clamorosi.
Cafù, Kakà, Ronaldo, Ronaldinho,Pato, gli ultimi fenomeni sudamericani passati dalle nostre parti, solo per citare i più recenti. Quattro di questi hanno fatto la storia di un club, il Milan anche se Pato è stata più una meteora, a causa di diversi infortuni che ne hanno compromesso la carriera. Ma le sue giocate quando era al top, spaccavano le partite. Per info, chiedere al Barcellona contro il quale il papero ha segnato uno dei gol più belli della sua carriera.
Come non parlare di Ronaldo, forse dopo Pelè il calciatore brasiliano più forte di tutti i tempi. Il fenomeno ha fatto la storia dell’Inter, facendo innamorare i tifosi di lui con finte e giocate davvero di livello altissimo.
Da qualche anno però brasiliani così in generale non se ne vedono più, specialmente in Italia, paese molto attratto da calciatori di quel posto.
Calciatori che quando va bene sono utili solo in allenamento da schierare come opposizione ai titolari, o che al massimo sono riserve.
Quando va bene. E quando va male diventano zavorra per la squadra che maledice il giorno in cui li ha comprati.
Chiedere all’Udinese, che negli ultimi anni ha messo su un discreto talento nel prendere calciatori brasiliani che si possono tranquillamente definire bidoni: come Maicosuel che era accostato a fenomeni come Mancini(il brasiliano) della Roma e che poi le poche partite che ha giocato ha portato solo danni. Sua la colpa se in quell’anno l’Udinese è uscito da un preliminare di Champions League più che abbordabile contro il Braga. E invece una folle idea, perchè di follia si tratta, del brasiliano, deciso più che mai a fare il cucchiaio, per la gioia del portiere avversario è costato l’eliminazione dei friulani dalla Champions.
Ma non c’è bisogno di andare indietro a chissà quando, basta guardare la stagione attuale.
C’è una lista che a guardarla tutta, farebbe impallidire la lista dello spesone natalizio degli italiani, ma prendiamo solo i casi più significativi.
Nella Juventus i brasiliani sono 4: di questi solo 1, Alex Sandro, al momento sta dimostrando di valere i (tanti) soldi che è stato pagato.
Dani Alves arrivato quest’anno per aumentare il tasso tecnico e l’esperienza, ha commesso finora degli errori che nemmeno i pulcini, prima fortunatamente per i tifosi, per quello che si è visto finora di infortunarsi. Hernanes e Neto non sono che due gregari, quasi sempre a scaldare la panchina, quasi mai utili, decisamente mai decisivi, al momento.
Stessa sorte nel Milan per Luiz Adriano che non gioca una partita dai tempi in cui hanno inventato FarmVille.
Vogliamo parlare della Roma e del suo “fenomeno” Gerson che ha giocato meno di un terzo delle partite di tutti gli altri centrocampisti? E che dire di Bruno Peres, sbarcato come superstar nella capitale e che ora invece deve sgomitare e se sta trovando posto è solo merito(o colpa, a seconda dei punti di vista) dell’infortunio di Florenzi.
Tralasciando altri giocatori che definire superflui finora è fargli un complimento, vedi i vari giocatori che ha in rosa l’Udinese sud americani, il caso più clamoroso al momento è certamente quello di Gabigol arrivato all’Inter come se fosse un messia, e che finora avrà giocato si e no mezzora e che sembra già destinato al prestito, o peggio alla cessione.
Chiaramente ci sono anche giocatori utili alle varie squadre in cui giocano come Castan del Torino, Felipe Anderson nella Lazio a cui manca solo la continuità per essere un fenomeno o Miranda nell’Inter.
Giocatori che stanno tenendo alto il nome di un paese che da diverso tempo, almeno in Italia non lancia più fenomeni.

A cura di Giacomo Biondi

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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