I sospetti sulla presunta installazione di motorini sulle biciclette nelle gare tornano a galla. L’ultimo episodio riguarda la Vuelta Valenciana di ciclismo, dove ieri si è disputata la prima tappa, una cronometro di 16 chilometri.
In un video postato sull’edizione online di Marca, si vede il ciclista spagnolo Ion Izagirre, finire a terra dopo aver sbattuto contro il guard-rail. Il corridore si è prontamente rialzato e ha tentato di risalire sulla propria bici, che però era danneggiata ed è stata sostituita.
Nel momento in cui il veicolo è stato appoggiato a terra, la ruota posteriore ha continuato a girare da sola, senza beneficiare dell’energia accumulata nella caduta. Magia? No, il sospetto è che si sia trattato di un caso di doping tecnologico.
Già nei giorni scorsi, al Mondiale di ciclocross di Zolder, in Belgio, Femke Van den Driessche, 19 anni, campionessa europea della specialità, era stata beccata con una bici con il motorino. Il quotidiano francese “L’Equipe” aveva parlato di “bicicletta dopata”, paragonando l’accaduto all’arresto di Willy Voet e alla conseguente esplosione dell’affare Festina durante il Tour de France del 1998, quello in cui vinse Pantani.