Dopo quasi un anno di attesa, i ricercatori di Archeo-Fisica del Politecnico di Torino hanno “finalmente ottenuto” il via libera dall’Egitto per le misure geo-radar decisive dall’interno della Tomba di Tutankhamon (in codice: KV62) nella Valle dei Re a Luxor. Lo annuncia un comunicato dello stesso Politecnico torinese a proposito della ricerca della “stanza segreta” dedicata al sepolcro del “faraone bambino”, appartenente alla XVIII dinastia, vissuto tra il 1341 e il 1323 a.C. circa. Le misure saranno condotte tra il 31 gennaio e il 6 febbraio e avranno “l’obiettivo di verificare l’eventuale presenza di spazi vuoti e/o di corridoi nascosti dietro le pareti della camera funeraria di Tutankhamon. Secondo una teoria avanzata dall’egittologo inglese Nicholas Reeves, la tomba KV62 potrebbe essere, infatti, parte di unapiù ampia tomba appartenente forse alla Regina Nefertiti”.

Secondo il professor Franco Porcelli, coordinatore del gruppo di ricerca che fa capo al Politecnico di Torino, i tre diversi sistemi radar di ultima generazione che saranno utilizzati sono in grado di fornire una risposta sicura al 99% riguardo all’esistenza di strutture nascoste di rilevanza archeologica adiacenti alla tomba di Tutankhamon.

Queste misure saranno quindi messe in relazione con la presenza di cavità sospette nella roccia a una distanza di qualche metro dalla KV62, rilevate dallo stesso gruppo di ricerca nel maggio scorso utilizzando una diversa tecnica di misura non invasiva dall’esterno della tomba di Tutankhamon, basata sulla mappatura tri-dimensionale della resistività elettrica del sottosuolo. Manca al momento la conferma che queste cavità sospette siano direttamente collegate alla KV62, un tassello essenziale di questo puzzle che le misure geo-radar del prossimo febbraio aiuteranno a definire.

Per questa ricerca, si è costituito un team di esperti di assoluto prestigio appartenenti a due dipartimenti del Politecnico di Torino, il Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia ed il Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture, in collaborazione con personale dell’Università di Torino, Dipartimento di Scienze della Terra, e di due aziende private, la 3DGeoimaging di Torino e la Geostudi Astier di Livorno.

Partecipa alla ricerca anche Terravision, un’azienda inglese, e, nel ruolo di consulenza egittologica, il Centro Archeologico Italiano al Cairo. Il progetto si avvale inoltre della collaborazione di esperti del Ministero Egiziano delle Antichità sotto la guida dell’ex-Ministro Mamdouh Eldamaty. Il progetto di ricerca, supportato dal Politecnico di Torino, è sponsorizzato da Fondazione Novara Sviluppo, Geostudi Astier e National Geographic.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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