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La notizia che ha calamitato l’ attenzione degli italiani in questi giorni è senza ombra di dubbio l’ elezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica Italiana. Mattarella succede così a Giorgio Napolitano, che si era dimesso dopo essere stato rieletto per ben due volte come Capo dello Stato (primo e forse unico caso nella storia della repubblica italiana dal 1948). Anche in questo l’ Italia ha voluto superare se’ stessa e creare un precedente unico. Ma tornando alla cronaca politica di questi giorni, il 12′ Presidente della Repubblica è stato eletto con 665 voti, superando ampiamente il quorum fissato a 505. La maggioranza dei voti sono arrivati da Sel, Scelta Civica e dal Pd (e non poteva essere altrimenti visto l’ appoggio incondizionato del segretario del Partito Democratico e Presidente del Consiglio Matteo Renzi), mentre solo una parte di Forza Italia ha scelto di dargli fiducia. Mattarella, palermitano doc, classe ’41, ex ministro e Giudice della Corte Costituzionale, relatore della legge elettorale del ‘Mattarellum’, cresciuto politicamente tra le file della Democrazia Cristiana, passando poi per il Partito Popolare, l’ Ulivo e infine il Partito Democratico, ma soprattutto segnato profondamente e umanamente dalla morte del fratello Piersanti per mano della Mafia e dalla perdita recente della moglie Marisa, sta per affrontare la sfida più difficile e importante della sua vita. Credo che Mattarella dovrebbe essere considerato un eroe nazionale del nostro tempo, perché diventare Capo dello Stato di un paese come l’ Italia, in questo preciso periodo storico, in cui è più facile avere tutti contro che qualcuno a favore e in cui nulla va per il verso giusto, è davvero ammirevole e io stimo davvero molto questa persona che dopo la sua elezione ha pronunciato poche parole ma cariche di significato: ‘Il mio pensiero va alle difficoltà e alle speranze dei cittadini’- ha detto Mattarella. Le nostre speranze stanno, però, lasciando il posto al pessimismo e ad una infinita rassegnazione generata dalle numerose guerre intestine tra i partiti, incapaci, sempre di più, di accordarsi su qualsiasi cosa (vedi la rielezione di Napolitano di un anno e mezzo fa) e dalla micidiale crisi economica, sociale che sta mettendo in ginocchio, non solo lo stivale, ma anche l’ Europa e il resto del mondo. Il 12′ Presidente della Repubblica dovrà essere un bravo navigatore e indicare ai partiti, e agli uomini che li compongono, la strada per uscire da questo infernale girone dantesco che ci sta fagocitando tutti in maniera incondizionata. Una volta, le crisi di governo che abbiamo dovuto, purtroppo, affrontare in questi ultimi anni, avrebbero portato, inevitabilmente, all’ascesa di governi militari e feroci dittature. Noi più di altri sappiamo che questo potrebbe succedere, perché lo abbiamo vissuto sulla nostra pelle e da italiano non vorrei rivivere quello che hanno vissuto i miei nonni. Il malcontento genera rabbia e la rabbia genera cieca anarchia. Quello che mi sento di dire a Sergio Mattarella, che, ricordo, deve essere il presidente di tutti gli italiani, è di tenere alta la guardia e lo sguardo sempre rivolto al futuro. Detto questo, non mi resta che augurare al nostro Presidente un buon lavoro e sono sicuro che il suo obiettivo primario sarà quello di fare il bene dell’Italia e di riportare il nostro paese agli antichi splendori di un tempo.

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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