Sono molteplici i modi con cui il rincaro dello spread tra BTp e Bund sta facendo danni in Italia. Unicredit in questi giorni ha dato l’ennesima dimostrazione. Il gruppo ha emesso un bond «senior non preferred» come aveva fatto lo scorso gennaio. Il punto è che a gennaio pagò un tasso d’interesse pari a 70 punti base sopra il tasso europeo swap, mentre ora il “premio” è stato di 420 punti base.

Questa volta il bond è stato emesso in dollari (i 420 punti base rappresentano però il costo in euro) ed è stato venduto ad un unico investitore (il fondo Pimco). Ma il nodo sta nel costo: la stessa banca per emettere lo stesso tipo di titolo ha dovuto sestuplicare il tasso d’interesse.

Non perché UniCredit sia peggiorata da gennaio, ma perché ora il mercato considera un rischio-Italia maggiore. Anche il vicepresidente della Commissione Ue Dombrovskis ha ribadito che questo aumento dei tassi per UniCredit è dovuto «alle turbolenze di mercato». E questo allarma i banchieri italiani: «Noi non possiamo permetterci di fare operazioni con tassi così alti», ha detto ieri il ceo di Banco Bpm Giuseppe Castagna. Il tasso pagato da UniCredit «è impressionante» ha aggiunto il numero uno in Italia di Credit Agricole, Giampiero Maioli.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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