È allarme nel mondo accademico britannico.
Un rapporto pubblicato dalla British Academy for the Humanities and the Social Sciences (.pdf) mette in guardia le università: la Brexit potrebbe portare alla fuga in massa di cervelli dagli atenei del Regno.
Pronti a lasciare il Paese a causa del divorzio dalla Ue, sarebbero soprattutto docenti e ricercatori dei dipartimenti di economia e di lingue moderne. Un rischio concreto, in particolare, nell’Irlanda del Nord – dove un quarto del personale accademico, di tutte le discipline, proviene da Paesi comunitari – e nelle Midlands, dove metà dei docenti di lingua moderna proviene da un Paese Ue. In allarme anche il Servizio sanitario nazionale britannico (NHS): secondo un sondaggio effettuato dalla British medical association, ben un quinto dei medici europei che attualmente esercitano nel Regno Unito potrebbero lasciare il Paese. Dato preoccupante perché attualmente sono circa 12 mila i medici europei al lavoro: il Servizio sanitario rischia dunque di soffrire di gravi vuoti di organico. E il futuro esodo si aggiungerebbe a quello degli oltre 10 mila membri europei del personale sanitario che hanno lasciato la Gran Bretagna dopo il referendum del 2015 sulla Brexit.

In fuga
Ma oggi è il mondo dell’istruzione superiore a lanciare un appello al governo: se non sarà fatta presto chiarezza sui loro diritti, l’Inghilterra rischia di perdere i suoi migliori talenti. Molteplici le ragioni: dalla fine dei finanziamenti Ue alla ricerca e delle borse di studio, al calo di studenti dal continente, alla diminuzione degli scambi scientifici, al dissenso verso la politica del governo britannico nei confronti dell’ università.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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