Da lunedì 15 sarà possibile inoltrare le domande all’Agenzia delle Entrate per ottenere il contributo a fondo perduto per PMI annunciato ormai diverse settimane da dal Premier Conte e dal Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli. Come già detto, la domanda dovrà essere inoltrata attraverso i canali telematici dell’AdE, sia in maniera autonoma, sia affidandosi a degli intermediari riconosciuti.

Il contributo parte da un minimo di 1.000 euro per le persone fisiche (come professionisti e autonomi, ad esempio) e di 2.000 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche ed è pensato come una forma di “ristoro” per tutte quelle attività produttive che, a causa del nuovo Coronavirus, hanno dovuto interrompere la loro attività, perdendo buona parte dei loro compensi o del loro fatturato.

La domanda per il bonus da 1.000 euro, dunque, potrà essere presentata da tutti i titolari di partita IVA. Resta da capire, però, se all’interno di questa platea rientrano anche chi svolge un’attività in regime forfettario e, in caso affermativo, come calcolare il valore del contributo a fondo perduto stanziato dal Governo.

Bonus 1.000 euro a fondo perduto: i requisiti
Innanzitutto, vediamo quali sono i paletti stabiliti dal Governo per poter richiedere il contributo a fondo perduto. Come è possibile leggere nella guida pubblicata dall’Agenzia delle Entrate, infatti, l’Esecutivo ha posto delle condizioni d’accesso specifiche, che aiutano a delimitare il campo di chi può richiedere il bonus da 1.000 euro e chi, invece, non potrà presentare domanda.

Nello specifico, i requisiti per il contributo a fondo perduto sono i seguenti:
Ammontare di ricavi o compensi nel 2019 inferiore a 5 milioni di euro;
Inizio attività almeno dal 1 gennaio 2019, o differenza di almeno il 33% del fatturato tra aprile 2019 e aprile 2020, o domicilio fiscale o sede operativa situati nelterritorio di Comuni colpiti da eventi calamitosi (bisogna rispettare almeno una delle condizioni);
Attività ancora operativa alla data dell’invio della richiesta;
Non aver diritto alle indennità previste dagli articoli 27 (bonus professionisti) e 38 (bonus lavoratori dello spettacolo) del decreto legge n. 18 del 17 marzo 2020 (cosiddetto decreto “Cura Italia”).
Bonus 1.000 euro fondo perduto: chi può richiederlo
Nella guida dell’Agenzia delle Entrate è presente anche uno specchietto che aiuta a capire esattamente chi può richiedere il contributo a fondo perduto da 1.000 euro (o cifra superiore, a seconda della perdita di fatturato/compensi). Partiamo, però, da chi non può richiedere certamente il contributo a fondo perduto. Stando al Decreto Rilancio, il bonus non spetta:

Agli iscritti alle casse previdenziali di diritto privato;
Agli intermediari finanziari e alle società di partecipazione.
Tutti gli altri titolari di partita IVA, dunque, possono richiedere il bonus a patto che il loro fatturato nel 2019 sia stato inferiore ai 5 milioni di euro. Una fattispecie nella quale ricadono, senza ombra di dubbio, anche le partite IVA forfettarie che, per legge, devono avere ricavi inferiori ai 65 mila euro annui. In particolare, i forfettari ricadono all’interno della categoria delle “persone fisiche” e, come specificato nello specchietto citato in precedenza, possono verificare la loro situazione reddituale nei riquadri da LM22 a LM27, col. 3, della loro dichiarazione dei redditi.

Se la differenza di ricavi scaturita da questa verifica è superiore al 33%, dunque, anche i forfettari possono accedere al bonus 1.000 euro a fondo perduto. Per calcolare a quanto ammonterà, sarà sufficiente una semplice operazione: il contributo equivarrà al 20% della perdita fatta registrare tra il 2019 e il 2020.

A cura di Renato Lolli – Fotolia

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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