Solo dal PD poteva arrivare una soluzione che contrasta con tutti principi democratici e con il rispetto di CHI da anni e non da mesi è in attesa dell’assegnazione di un alloggio nelle case popolari.
Responsabili di tale vergognosa situazione non potevano che essere il Sindaco del Partito Democratico Matteo Lepore, e il Vice-sindaco Emily Clancy, che nelle scorse hanno fatto un sopraluogo in un immobile che era stato occupato illegalmente nel 2023 e la cui situazione è stata “legalizzata” nei mesi successivi all’occupazione stessa con un preciso accordo tra il Comune di Bologna e Acer (Azienda Casa dell’Emilia Romagna, la partecipata che gestisce il servizio), definendolo “operazione innovativa e pragmatica“.
Per la cronaca precisiamo che la stampa locale riporta che trattasi di un edificio sito in Via Caracci occupato abusivamente nell’ottobre del 2023 dal collettivo Plat e che ora ospita anche nuclei familiari, perlopiù stranieri.
L’amministrazione Pd, anziché rispettare le norme vigenti e predisporre lo sgombero ha scelto una soluzione diversa: l’edificio è stato così, a quanto verificato, trasformato di fatto in una casa popolare, in primis a beneficio di chi vi si era introdotto illegalmente. (Voti e visibilità sempre in pool position per le P.A. di sinistra!)
Pertanto, in base a te scelta, ora gli occupanti sono legittimati a rimanervi, mentre i posti ancora vuoti “dovrebbero” essere assegnati tramite bando.
Una scelta che il centro-destra aveva duramente contestato già nelle scorse settimane, appellandolo ironicamente quale “modello Salis” e una violenza morale reputando il provvedimento un vero e proprio schiaffo morale a quei cittadini che attendono ancora l’assegnazione di un alloggio popolare seguendo la normativa.
A loro uso e consumo e, aggiungiamo, tutela del fatto increscioso, il Sindaco Matteo Lepore e la sua Vice Emily Clancy hanno dichiarato, in una nota pubblicata dal Comune, a seguito della loro visita che nell’immobile vivono tanti bambini (questo per rendere la cosa compassionevole) già in carico ai servizi sociali del Comune, (agli psicologi?) e che detto immobile sarà destinato in una prima fase all’emergenza abitativa, sarà poi ristrutturato e destinato, attraverso una procedura ad evidenza pubblica, al Piano per l’abitare con finalità di abitare collaborativo e solidale, per rispondere alla domanda di case in città.
Certamente non gli manca la fantasia! 
Il sindaco del Partito Democratico Matteo Lepore, insieme al vice-sindaco Emily Clancy, ha visitato nelle scorse ore un immobile che era stato occupato illegalmente lo scorso anno, la cui situazione è stata “legalizzata” nei mesi successivi all’occupazione tramite un accordo fra il Comune di Bologna e Acer (Azienda Casa dell’Emilia Romagna, ossia la partecipata che gestisce il servizio). E avrebbe definito questa operazione addirittura “innovativa e pragmatica”. Questi gli ultimi sviluppi di una vicenda dai tratti surreali che arriva dal capoluogo emiliano e che promette di continuare a far discutere. Stando a quanto riportato dalla stampa locale, si tratta di un edificio situato in via Carracci che era stato occupato abusivamente nell’ottobre del 2023 dal collettivo Plat e che adesso ospiterebbe anche nuclei familiari, perlopiù stranieri. Invece di sollecitarne lo sgombero, l’amministrazione Pd ha scelto alla fine una soluzione diversa: l’edificio in questione è stato a quanto pare trasformato di fatto in una casa popolare, in primis a beneficio di chi vi si era introdotto.
Gli occupanti avrebbero a questo punto la possibilità di rimanervi, mentre i posti ancora vuoti dovrebbero essere assegnati tramite bando. Una prospettiva che il centrodestra aveva duramente contestato nelle scorse settimane, parlando ironicamente di “modello Salis” e reputando il provvedimento un vero e proprio schiaffo morale nei confronti dei cittadini che attendono ancora l’assegnazione di un alloggio popolare seguendo la normativa.
“Il sindaco Matteo Lepore e la vicesindaca Emily Clancy hano effettuato un sopralluogo nell’immobile di via Carracci, per verificare lo stato dei luoghi e per incontrare le famiglie – si legge in una nota pubblicata dal Comune di Bologna – e hanno visto tanti i bambini presenti, che vivono nell’edificio, già in carico ai servizi sociali del Comune. L’immobile, che sarà destinato in una prima fase all’emergenza abitativa, sarà ristrutturato e destinato, attraverso una procedura ad evidenza pubblica, al Piano per l’abitare con finalità di abitare collaborativo e solidale, per rispondere alla domanda di case in città”.
Pertanto possiamo affermare senza essere smentiti che trattasi di “occupazione legalizzata” fatta eccezione per il Sindaco dem Lepore che sul sito web “Bologna Today”sottolinea: “Ho voluto incontrare insieme alla Vicesindaca Clancy le famiglie che vivono in via Carracci per rendermi conto personalmente della situazione, si tratta di una soluzione innovativa e pragmatica, con la quale diamo risposte immediate a chi ha più bisogno, tutelando i più fragili e guardando avanti per offrire nuove soluzioni abitative. Il nostro impegno per la coesione sociale continua, così come la nostra attenzione per tutta la Bolognina. A settembre faremo di nuovo il punto anche con il vicinato e il quartiere“.
Vogliamo aspettare settembre? e di quale anno o millennio?
A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica 
Editorialista Pier Luigi Cignoli

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