berlusconi
La porta si è aperta e anche richiusa. Certo, l’audacia non manca a Bee Taechaubol, tuttavia chi conosce le carte attribuisce poche, se non nessuna, possibilità al finanziere thailandese di comprare il Milan. Eppure Mr. Bee non vuole mollare la presa e avrebbe messo al lavoro la branch svizzera della banca d’affari Edmond de Rothschild per trovare imprenditori interessati a un «club deal». L’operazione che ha in mente Taechaubol è più o meno di questo genere: io ho un progetto per comprare il Milan e valorizzare la società, grazie anche alla costruzione dello stadio, l’ho presentato a Silvio Berlusconi (con cui si è visto un paio di settimane fa) e ora cerco soci per realizzarlo.
Per adesso, insomma, capitali thailandesi non si sono visti. Solo buone intenzioni e molta audacia. Il che non vuol dire che Mr. Bee non troverà i danari. Ma certo Berlusconi non lo aspetta. L’avventura nel calcio è costata finora quasi 1,5 miliardi di euro al patron e, dopo aver ottenuto l’anno scorso prima un anticipo in conto capitale da Fininvest e poi due linee di credito bancarie da 100 milioni, anche quest’anno il Milan chiuderà i conti in rosso e con un indebitamento che non dovrebbe discostarsi molto dai 250 milioni dell’ultimo bilancio. Insomma, la macchina è costosa, poco redditizia e, a dirla tutta, non va nemmeno troppo bene. Non solo per il Milan.
Poco appeal
Il calcio italiano in generale ha perso appeal. Secondo voci che circolano negli spogliatoi anche Aurelio De Laurentiis e Maurizio Zamparini avrebbero iniziato a sondare il mercato. E si dice che Diego e Andrea Della Valle, di fronte a un’offerta generosa per la Fiorentina, potrebbero pensarci su. Suggestioni? Di certo c’è che il calcio sta diventando sempre più materia per le banche d’affari. Giusto per capire, la Roma ha appena chiuso un finanziamento da 200 milioni con Goldman Sachs, che aveva organizzato un’operazione analoga anche per Tohir, emettendo un bond ad alto rendimento (quasi l’8%) venduto a investitori istituzionali. Da questo punto di vista Massimo Moratti è stato un precursore ingaggiando Lazard per trovare un compratore.
Offerta
Da quando la scorsa estate ha detto no all’offerta di Peter Lim – l’unica vera arrivata finora, si dice – che ha poi fatto rotta sul Valencia, Berlusconi ha iniziato a vedere le cose in modo diverso. Vuoi anche per i risultati della squadra. Ha deciso di vendere almeno una quota del Milan (anche Moratti era partito così) e ci sono colloqui avanzati con potenziali compratori in Asia, da Singapore alla Cina, in cui Mr. Bee sta cercando di inserirsi. Con il rublo in picchiata gli oligarchi russi sono usciti dai giochi. Gli arabi dopo Manchester City e Psg si sono fermati. E, dopo aver constatato che negli Usa, nonostante la scommessa di James Pallotta sull’As Roma il calcio non appassiona, il mirino si è spostato sulla Cina. E la pista che porta a Wang Jianlin, il patron di Wanda che ha appena comprato la Infront e il suo enorme portafoglio di diritti tv, sarebbe piuttosto concreta. Così dicono in molti, sottolineando i rapporti stretti tra Adriano Galliani e Marco Bogarelli, presidente di Infront Italia. Resta da capire a che prezzo Berlusconi è disposto a passare la mano, ovvero quale cifra sarebbe in grado di mettere d’accordo tutta la famiglia. Thohir quando è entrato ha valutato l’Inter 300 milioni (accollandosi anche 450 milioni di debiti), Lim aveva offerto fino a 500 milioni per il 51% del Milan, rimediando un no. Vediamo fino a dove Berlusconi riuscirà a portare l’asticella e se qualcuno alla fine ci arriverà.

Fonte Ansa

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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