Un altro ragazzo latitante dopo l’evasione al carcere minorile Beccaria di Milano è stato rintracciato e riportato in istituto. La conferma proviene da fonti del Ministero della Giustizia. Il giovane, a quanto si è saputo, è stato rintracciato dagli agenti della polizia penitenziaria e ora si trova al Beccaria. Non si sarebbe presentato spontaneamente come fatto invece da altri due ieri. Degli autori dei disordini scoppiati il giorno di Natale con anche degli incendi, sette sono stati trasferiti ieri. Da quanto si è saputo, due sono a Catania, gli altri a Bari, Catanzaro, Potenza, Palermo e Caltanissetta.

Convalidato l’arresto di un maggiorenne
È stato intanto convalidato l’arresto per evasione di uno dei ragazzi ripresi dopo essere fuggito dal carcere. Il giovane maggiorenne è comparso davanti al giudice della direttissima di Milano che ha disposto la custodia cautelare in carcere per l’episodio della fuga mentre il processo nel merito si terrà il 30 gennaio. Il ragazzo ha detto di essere evaso perché voleva andare in una comunità terapeutica. Era al Beccaria perché accusato di alcune rapine per cui non è ancora concluso il procedimento.

Ragazzo voleva andare “in comunità terapeutica”
Il giovane voleva andare “in una comunità terapeutica”. Poi il ragazzo, maggiorenne da alcuni mesi, di origini ecuadoriane, dopo l’udienza davanti al giudice delle direttissime, che ha convalidato il suo arresto per il reato di evasione, ha fatto ritorno nella struttura alla periferia della città. Lui al Beccaria ci era finito ad aprile, ancora minorenne, con altri appartenenti alla baby gang ‘Z4’, non esattamente una banda di Latinos, dal momento che era composta da ragazzi anche italiani, alcuni addirittura meno che quattordicenni, tanto da essere non imputabili. All’epoca risultava senza fissa dimora.

Le indagini
Proseguono le indagini per ricostruire con esattezza la fuga da film con l’utilizzo anche di un lenzuolo, attraverso un cantiere aperto nel carcere da 16 anni. Il procuratore dei Minori di Milano, Ciro Cascone, ha effettuato un sopralluogo. “C’è il rischio che, se non si mandando le risorse, se non si presta massima attenzione la situazione possa degenerare facilmente – ha detto il magistrato – Sono ragazzi che vengono da storie difficili, traumatiche, da famiglie disgregate, bisogna fornire loro un approdo, un ancora di salvataggio, e non lasciarli in condizioni peggiori rispetto a come sono entrati”.

A cura di Elena Giulianelli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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