Nuovo allarme della Banca d’Italia sul differenziale tra i titoli di Stato italiani e tedeschi, che rischia di vanificare gli effetti espansivi della manovra. La legge di bilancio determinerebbe, nelle valutazioni ufficiali, una maggiore crescita rispetto al tendenziale di circa 0,6 punti percentuali nel 2019, ma “ciò presuppone moltiplicatori di bilancio piuttosto elevati”, rileva Via Nazionale, secondo cui il caro-spread “rischia di vanificare l’impulso espansivo atteso dalla politica di bilancio”. L’effetto sulla crescita e sul rapporto debito/Pil “dipenderà dunque dalle misure specifiche e dal mantenimento della fiducia degli investitori”.

Con spread alto oltre 5 miliardi di spesa per interessi nel 2019 “L’incremento dei tassi all’emissione dei titoli di Stato ha determinato negli ultimi sei mesi un’espansione della spesa per interessi di quasi 1,5 miliardi rispetto a quella che si sarebbe avuta con i tassi che i mercati si aspettavano in aprile; costerebbe oltre 5 miliardi nel 2019 e circa 9 nel 2020 se i tassi dovessero restare coerenti con le attuali aspettative dei mercati”.

Lo rileva la Banca d’Italia in un’analisi contenuta nel rapporto sulla Stabilità finanziaria, sottolineando che “un rialzo pronunciato e persistente dei rendimenti, a parità di tassi di crescita nominale dell’economia, aumenta il rischio che la dinamica del debito si collochi su una traiettoria crescente”. Nel terzo trimeste stop a espansione dopo 4 anni di rialzi “Nel terzo trimestre dell’anno in corso il prodotto ha ristagnato, interrompendo l’espansione in atto da quasi quattro anni. Gli operatori professionali censiti in ottobre da Consensus Economics hanno rivisto al ribasso le prospettive di crescita per il 2019. Il ciclo finanziario rimane debole: i prestiti alle imprese crescono a tassi contenuti, quelli alle famiglie sono sostenuti dal credito al consumo, in rallentamento con l’attenuarsi della crescita”, rileva ancora la Banca d’Italia nel rapporto sulla Stabilità finanziaria.

Valore Btp -9% da maggio per incertezze bilancio  Da maggio il valore medio dei titoli italiani si è ridotto “di circa il 9%” riflettendo “il forte rialzo dei premi per il rischio derivante dalle incertezze sull’orientamento delle politiche economiche e di bilancio”, sottolina Bankitalia, secondo cui “le quotazioni dei titoli pubblici italiani hanno incorporato un rischio di ridenominazione del debito significativo, che non si riscontra in altri paesi dell’area dell’euro”.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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