Veneto Banca e Popolare di Vicenza sono di fatto fallite. La notizia di queste ore è che Banca Intesa ne rileverà le attività: ma non tutte. Non vuole infatti la parte “marcia” delle due banche venete e ottiene ben 5 miliardi “pronta cassa” dallo Stato per rilevare la parte sana. Ma a chi andranno debiti e insolvenze? La parte più gravosa del conto la paga lo Stato e quindi, ancora una volta, tutti i contribuenti italiani. Se la parte “sana” se la incorpora Banca Intesa, la parte “marcia” confluirà in una “bad bank” di proprietà del ministero del Tesoro, per sanare la quale potrebbero serivire altri 12 miliardi di soldi pubblici.

Cosa succede a clienti e investitori? Vediamo punto per punto

Correntisti. Se hai un conto corrente in Banca Popolare di Vicenza o in Veneto Banca, di fatto sei diventato cliente di Intesa Sanpaolo: gli sportelli delle due banche sono rimasti aperti, ma ora hanno un nuovo “padrone”. Sostanzialmente, su questo fronte non rischi nulla. Quanto alle condizioni economiche, per ora non cambiano, ma è probabile che col tempo Intesa adatti le condizioni dei conti correnti acquisiti ai propri. Ti consigliamo di guardarti comunque intorno; ci sono banche che offrono conti correnti più vantaggiosi: trovale usando il nostro calcolatore online dei conti correnti.
Mutui. Discorso analogo se hai un mutuo: se finora hai pagato regolarmente (e non rientri quindi nella categoria dei crediti “marci”), il tuo contratto rimane in essere, ma ora pagherai a Intesa Sanpaolo anziché alle due venete. Anche in questo caso, se la cosa non ti sta bene, puoi chiedere una surroga ovvero “trasferire” il tuo mutuo su un’altra banca che managri ti offre condizioni più favorevoli o una rata più bassa. Puoi usare il nostro calcoltore mutui per mettere a confronto le varie offerte.
Obbligazioni ordinarie. Salvo sorprese dell’ultimo momento, dovresti averla scampata anche se hai obbligazioni ordinarie: ma non rischiare ulteriormente, stai giocando col fuoco. Intesa ha subordinato il suo intervento anche al fatto che i decreti del weekend siano convertiti in legge: se ancora non ti sei liberato di questi bond, fallo il prima possibile.
Azionisti e obbligazionisti subordinati. Infine, la parte più “dolorosa”: azioni e obbligazioni subordinate. Purtroppo l’intervento di Intesa (e il sostanzioso sacrificio dei contribuenti, tramite lo Stato) non basta a salvare questi investitori. Se avevi azioni o obbligazioni subordinate delle due banche venete, il tuo investimento è azzerato. Se la banca ti ha impedito per anni di vendere le tue azioni, portandoti a rimanere ingabbiato in questo investimento, non rinunciare ai tuoi diritti e presenta reclamo alla banca, il primo passo per ulteriori azioni.

Se invece le azioni te le ha proposte la banca per poter accedere ad altri servizi a condizioni agevolate (es. mutuo, prestito, conto corrente, carta di credito ecc…), allora non perdere tempo.

Le promesse di Intesa e del Ministero

Quanto ai bond subordinati, Intesa e il Tesoro hanno promesso un “ristoro” agli obbligazionisti coinvolti, in parte minoritaria a carico di Intesa e per il resto a carico dello Stato. Ma il precedente di Mps (i suoi obbligazionisti subordinati sono ancora sospesi nel limbo) non induce certo all’ottimismo. Così come non induce all’ottimismo la cifra stanziata da Intesa a questo scopo: per ora si parla solo di accesso al fondo di solidarietà per gli obbligazionisti più disagiati (con le stesse modalità di Banca Etruria, Banca Marche, ecc.) ma per tutti gli altri? Aspettiamo notizie più dettagliate su questo fronte, ti terremo informato.

Fonte Altroconsumo

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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