Stop autocertificazione quando ci si sposta nel territorio della propria regione di residenza. Il documento che ci ha accompagnato in questi due mesi di lockdown (potete scaricarlo qui) potrebbe rimanere in uso solo per chi si sposta da una regione all’altra, e solo per motivi di salute, comprovate esigenze lavorative, assoluta urgenza o situazione di necessità. Perché sugli spostamenti da una Regione all’altra resterà fermo il divieto.

È questa una delle ipotesi sulle quali ragiona il governo, in vista della nuova deadline di lunedì prossimo, 18 maggio.
Dal 18, inoltre, potrebbe saltare anche la clausola che permette di fare visita esclusivamente ai congiunti, cioè i parenti o il partner, ma sarà possibile anche incontrare gli amici.

Una serie di novità per cui bisognerà però aspettare la conferma definitiva da parte del governo, conferma che dovrebbe arrivare nel Dpcm che il premier Giuseppe Conte punta a chiudere già domani, o al più tardi nella giornata di sabato.

Autocertificazione, quando sarà ancora obbligatoria
Per spostarsi da una Regione all’altra, dunque, resterà valido l’uso dell’autocertificazione. Perché i confini regionali, questa è una delle poche certezze, non riapriranno a partire da lunedì prossimo. Il governo studia un meccanismo per consentire più avanti, probabilmente solo a partire dal mese di giugno, gli spostamenti tra Regioni limitrofe ma solo se accomunate dallo stesso grado di rischio contagio, che naturalmente dovrà essere basso per consentire movimenti da una Regione all’altra.

Per questo è necessario raccogliere e monitorare i dati che indicano lo stato dell’emergenza nei territori.

Si dovrà prestare particolare attenzione ai 21 criteri indicati dal ministero della Salute, che le Regioni dovranno soddisfare per poter riaprire in sicurezza. Le autorità locali dovranno dimostrare di avere sotto controllo il monitoraggio dell’epidemia, non solo per quanto riguarda il numero di nuovi casi, ma anche per le capacità di tracciamento dei contatti avuti dal positivo. Solo in questo modo, infatti, si potranno spegnere i nuovi focolai e impedire una nuova impennata di contagi. Inoltre, bisognerà tenere conto anche dei posti letto disponibili negli ospedali, specialmente nelle terapie intensive. Sulla base di questi parametri, non tutte le Regioni potranno tornare alla normalità già dalla prossima settimana.

A cura di Elena Giulianelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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