I veicoli ecologici dall’1 gennaio 2023 entreranno nel Cete, il Controllo economico del territorio, ovvero il sistema che permette alle Fiamme Gialle di individuare posizioni a rischio come evasori e persone che ricevono aiuti e sostegni a cui non avrebbero diritto. Nel mirino le ibride con potenza massima superiore a 120 Kw e le elettriche con potenza massima superiore a 70 Kw.
Accanto alle auto che già siamo abituati a considerare di lusso arrivano, nel mirino della Guardia di Finanza, anche alcuni tipi di veicoli elettrici e ibridi: saranno inseriti nella banca dati usata dalle Fiamme Gialle per scovare evasori o persone che percepiscono aiuti e sostegni a cui non avrebbero diritto.
A spiegare la novità, riporta Il Sole 24 Ore, è una circolare del terzo reparto operazioni del comando generale, inviata ai reparti territoriali. Le auto ibride ed elettriche entreranno nel Cete, il Controllo economico del territorio, ovvero il sistema che permette alla Gdf di incrociare i dati presenti sull’Anagrafe Tributaria per individuare posizioni a rischio.
Una novità dettata dai prezzi elevati delle auto elettriche e ibride e che – spiega il comando generale – è legata anche “all’evoluzione del contesto di riferimento caratterizzato dall’appeal in crescita per i veicoli ad alimentazione elettrica o ibrida”.
Le auto su cui si concentreranno maggiormente i controlli della Guardia di Finanza saranno quelle ibride con potenza massima superiore a 120 Kw ed elettriche con potenza massima superiore a 70 Kw.
Secondo il 13° Rapporto GreenItaly, realizzato dalla Fondazione Symbola e da Unioncamere, con la collaborazione del Centro Studi Tagliacarne, la produzione di vetture elettriche e ibride in Italia ha superato il 40% della produzione complessiva nazionale nel 2021, un balzo significativo dallo 0,1% del 2019. Nella componentistica, un’azienda su tre si è posizionata sul mercato dei veicoli elettrificati.
Altro discorso è quello del mercato delle auto elettriche. Secondo il Centro Studi Promotor, in molti Paesi europei la quota dei veicoli elettrici è in crescita, ma non in Italia.
Le cause, spiega il Centro Studi Promotor, sono la scarsa diffusione delle colonnine e degli altri dispositivi di ricarica, ma anche il fatto che gli incentivi varati per sostenere gli acquisti di auto elettriche sono stati poco efficaci.
Per questo l’Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) ha ribadito la richiesta al governo “di dare una direzione chiara al mercato sull’accoglimento delle nuove tecnologie, altrimenti l’Italia continuerà ad essere l’unico Paese europeo che retrocede nelle vendite di auto con la spina”.
Per l’Anfia, che prevede per fine anno un calo del 5% del mercato auto europeo, “resta prioritario, a livello nazionale ed europeo, proseguire nel percorso di decarbonizzazione del settore, accelerando gli investimenti”.
A cura di Claudio Piselli – Foto Imagoeconomica