I prezzi sono aumentati del 1450%: parliamo del costo del grano e, di conseguenza, di quello del pane.

Il grano oggi viene pagato come trenta anni fa su livelli al di sotto dei costi di produzione attuali. L’analisi della Coldiretti parla chiaro: è stata presentata in occasione della mobilitazione degli agricoltori al porto di Bari, da dove sbarca grano straniero destinato a produrre pane e pasta senza alcuna indicazione in etichetta sulla reale origine.

Sempre secondo la Coldiretti, l’Italia nel 2015 ha importato circa 4,8 milioni di tonnellate di frumento tenero. Tale quantità copre la metà del fabbisogno relativo alla produzione di pane e biscotti, mentre 2,3 milioni di tonnellate di grano duro arrivano dall’estero. Va segnalato poi che, sempre nel 2015, si sono più che quadruplicati gli arrivi di grano dall’Ucraina, per un totale di oltre 600 milioni di chili e praticamente raddoppiati quelli dalla Turchia per un totale di 50 milioni di chili.

Un pacco di pasta su tre viene fatto con grano straniero così come circa la metà del pane in vendita in Italia, ma i consumatori possono saperlo perché non è obbligatorio indicare la provenienza sopra l’etichetta.

Inoltre, in pericolo non c’è solo la produzione di grano italiano e il futuro di oltre trecentomila aziende agricole che lo coltivano, ma anche un territorio di 2 milioni di ettari a rischio desertificazione e gli alti livelli qualitativi per i consumatori garantiti dalla produzione Made in Italy.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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