L’Orogel Stadium – inaugurato nel 1957 – spegne le candeline dei dodici lustri e se i tempi burocratici lo permetteranno, il prossimo sarà anche l’anno del suo restyling.

Il pacchetto delle modifiche in vista degli Europei under 21, che nel 2019 faranno tappa anche nella nostra città, è nel pieno del suo iter. Le migliorie che comprendono l’allargamento e rifacimento del campo di gioco (sostituendo il fondo sintetico con uno misto), l’apposizione dei seggiolini in tutti i settori, lo spostamento delle panchine e il rifacimento delle coperture sopra le due curve e il settore distinti (in policarbonato trasparente o di colore bianconero), saranno realizzate nell’estate del 2018.

La conseguenza immediata sarà che lo stadio numero uno della Romagna vedrà ulteriormente ridursi la sua capienza. I 36.000 spettatori contati in uno spettacolare Cesena-Milan del 1973-1974 sono destinati a essere un ricordo del passato e per molti versi è anche una fortuna, perché ora c’è molta più attenzione alla sicurezza, all’accessibilità e alle vie di fuga. La capienza attuale del Manuzzi è catalogata a 23.860 spettatori, capienza che sarà ridotta di 2.186 unità, scendendo quindi a 21.674. Il motivo è legato alla distanza di 60 centimetri tra le sedute dei nuovi seggiolini, distanza che salirà a 65 centimetri nei distinti superiori centrali. In nome della comodità e della sicurezza, sarà quindi attuata una mini-sforbiciata alla capienza. Resta poi da decidere il colore dei nuovi seggiolini: nelle due curve, sul lato inferiore saranno appoggiati alle panche già esistenti.

Di conseguenza, i seggiolini potrebbero essere azzurri (su panche azzurre) in curva Mare e verdi (su panche verdi) in curva Ferrovia. Le alternative potrebbero essere un gioco di colori bianco e nero o una policromia in stile Dacia Arena di Udine. Con l’avvio del campionato – come da prassi consolidata – è ripartito anche il circo mediatico. Sempre più diffusa la categoria del cronista-opinionista di fede dichiarata. Eccone alcuni esempi. Apriamo con il giornalista tifoso “ufficiale” che di regola lavora per testate importanti e/o per le piattaforme dei club. Ha il senso del limite, anche perché se andasse oltre, perderebbe il posto.

Proseguiamo con l’opinionista di radio e tv locali che va dal commentatore garbato all’ultrà-clown. Spesso non è un giornalista professionista e si occupa di altre attività. Oscilla tra la vanità di apparire e la brama di stupire. A volte si sdoppia tra studi e stadi e nelle conferenze stampa fa da spalla al “suo” allenatore con domande concordate. Infine, chiudiamo con il giornalista professionista che non si occupa di sport e si affaccia al calcio incurante di ruoli e deontologia. Pensa che – perché tifoso – può dire di tutto e si comporta come un “bambino” in un negozio di giocattoli. Auguri di buone feste a tutti, e fate i bravi se potete.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Valerio Casadei

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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