“Questo racconto è dedicato a tutte persone di cuore, alle persone che credono nell’amore e nelle vita” questa la dedica che Pier Luigi Cignoli scrive ai lettori nel suo libro “Atto D’amore” edito da “La Cesenate Edizioni”, dicembre 2023. Si tratta di un breve racconto romanzato che narra di un uomo legato, per sempre, ad una ragazza incontrata in Lapponia molti anni prima.
Quelle che seguono sono domande, all’autore, che ne evidenziano l’animo narrativo e la capacità di superare tristezze e di percorrere un itinerario alterato dal turbamento di sentimenti accesi, capaci di spegnersi in un incidente stradale, di certo, pacificante. Pier Luigi nella sua scrittura è capace di “fare leggere” immagini in sequenza ritmica che fa apparire “in rilievo”e volti e sentimenti.
Atto d’Amore è per me un qualcosa che nasce nel profondo del cuore e trova la sua conferma nell’azione che ne consegue, un po’ come “l’atto di eroismo” a volte conseguente ad una inconscia paura che spinge a fare qualcosa di fortemente pericoloso, che, seguendo il puro ragionamento, non si farebbe mai. Quando è “amore vero” ti prende l’anima e ti porta a vivere emozioni spesso indescrivibili che ti accompagnano per tutta la vita e diventano pare integrante del tuo cammino nella gioia e nel dolore. Puoi anche cercare, tentare di nasconderlo ma l’amore vince sempre e sempre ritorna a sbocciare come fiore in primavera ridando luce e colore al nostro essere.
2.Ritieni che nella vita vi sia un prezzo da pagare tutte le volte che amiamo come avviene per il protagonista del tuo libro “Henry Delafonte?
Credo che non ci sia mai “un prezzo da pagare” perché siamo noi stessi i protagonisti in prima persona dell’amore che viviamo o vorremmo vivere o negare a noi stessi così come ha fatto il protagonista del mio racconto. Chi è causa del suo mal pianga sé stesso: una frase è che stata presa da un verso di Dante Alighieri e che ben si addice a certe situazioni troppo spesso addebitate ad altri.
3.Il tuo libro in parte è ispirato ad una storia vera ed in parte alla fantasia. Dove ha inizio la fantasia?
In realtà il mio racconto in parte è storia vera, soprattutto quella che riguarda un “amore giovanile” vissuto con una passione inspiegabile ma forse, rivista oggi, tornando ai fantastici anni ’60, gli anni del boom economico, del cambiamento, dell’avanzare del femminismo, esploso poi negli anni ’70, trova una sua dimensione, ma una cosa è certa “quella persona”, che non c’è più, ancora oggi, dopo 55 anni, era l’agosto del 1969, è ancora presente nel mio cuore e nella mia mente e ne sono felice. La fantasia se così la vogliamo definire è la storia romanzata e amplificata legata al mio lavoro nel settore finanziario, così come certi incontri, le scelte e la “location”, ma in fondo resta un “racconto”, niente di più.
Vero, nel mio racconto emerge la figura di un padre despota che condiziona la vita di suo figlio convinto di farlo per il suo bene e il suo futuro e ignorando volutamente le sue esigenze e i suoi sogni, fino a comprarlo. Ma riuscirà solo in parte in questo suo compito perché ciò che ha nel cuore Henry è invincibile, è il sentimento dell’amore che va oltre ad ogni violenza morale o materiale. Io sono nato a Genova, nel ’45, in una famiglia dove le redini della gestione famigliare erano in mano a mio padre e non sempre è stato facile accettarlo. Oggi però gliene ne sono fortemente grato così come a mia madre, sempre e comunque presente e premurosa. Ma nel contesto del mio cammino ho incontrato compagni, amiche e amici che vivevano in una situazione opposta, nel matriarcato e per dare conferma a quanto mi viene chiesto, l’ho riscontrato a Bologna e in alcune città del Sud Italia come Napoli, Taranto, Marsala, dove ho trascorso lunghi mesi. Oggi il patriarcato come il gender e il queer sono diventati strumenti politici con cui la sinistra aggredisce l’attuale Governo per dissacrare valori e posizioni al solo fine di riprendere le posizioni perdute, senza offrire nulla di positivo in cambio. Ma questa è politica e, anche se sono Editorialista in un quotidiano on-line “il Popolano”, preferisco parlarne direttamente con articoli mirati e non in una intervista personale.
5.Parte degli incassi del tuo libro vanno alla Cooperativa Sociale Villaggio del fanciullo di Bologna, di cosa si occupa la cooperativa?
Ho pensato e scelto la Cooperativa Sociale Villaggio del Fanciullo di Bologna, in quanto ho frequentato le “elementari” presso l’Istituto dei Barnabiti di Genova, e uno dei miei insegnanti, Padre Spinelli, ne divenne nel tempo “direttore”. La Cooperativa fu fondata a Bologna nel 1952 dai “sacerdoti del Sacro Cuore (Dehoniani)“, con lo scopo di accogliere ragazzi, per lo più orfani di guerra e dare loro una casa, un’istruzione, un lavoro e un’educazione. Da allora il Villaggio si è sempre caratterizzato per l’attenzione verso ragazzi in difficoltà, mettendo a disposizione strutture, spazi e risorse umane. Oggi si è trasformato per accogliere nuove forme di intervento, residenziale e non. I progetti realizzati al suo interno fanno capo a tre distinte aree: prevenzione – formazione studio e lavoro – sostegno e recupero. Alla Cooperativa fanno capo il Centro di accoglienza Villaggio – che comprende il Centro giovanile per studenti universitari e la Casa di Accoglienza per i parenti dei degenti negli ospedali – il Doposcuola per bambini delle elementari e il Progetto Cortili, per l’integrazione e la socializzazione dei ragazzi del quartiere che frequentano gli spazi aperti del Villaggio.
Mi sono impegnato in due “lavori” sempre legati “allo scrivere” ma profondamente diversi tra loro. Il primo riguarda l’evoluzione del “segmento finanziario”, a me sempre stato caro, e tocca due argomenti: Il Trust finalizzato all’arte e gli NFT. Il secondo è un “romanzo” che trova il suo punto di partenza nel “bombardamento” di Genova del 22 ottobre 1942 e si conclude a Rimini il 1° luglio del 2010. E’ una storia in cui prevale nella parte iniziale il “matriarcato” e gli eventi di Genova fino agli anni 60. La storia poi si sposta in Europa dove i due protagonisti principali avranno incontri occasionali legati a fatti che hanno portato radicali cambiamenti nella loro vita e nella vita di noi tutti. Mi auguro di completarlo per il Natale di quest’anno.
La copertina del Libro è stata realizzata da Irina Soshko che ha voluto proprio disegnare una mano che scrive e dipinge quasi a voler simboleggiarel’unione “mistica” e universale dell’amore e dell’umanità. Parte del ricavato del libro,come si è detto, andrà devoluto alla Cooperativa Sociale “Viaggio del Fanciullo” di Bologna. Il coordinamento editoriale è di Carlo Costantini Editore.
A cura di Francesca Brugnettini editorialista – Foto Redazione