Il 23 dicembre 1984 alle 19.08 a San Benedetto Val di Sambro esplode una bomba sul treno Rapido 904. L’attentato, che per i media fu subito etichettato come la “Strage di Natale”, avvenne presso la Grande galleria dell’Appennino subito dopo la stazione di Vernio, sul rapido partito da Napoli e diretto a Milano, affollato d’italiani in viaggio per le feste.

Il bilancio fu di 16 morti e di 266 feriti. Un tragico bis per San Benedetto Val di Sambro, dove nell’estate del 1974 una cellula neofascista aveva organizzato un attentato contro il treno Italicus. Il convoglio fu colpito da un’esplosione violentissima mentre percorreva la direttissima in direzione nord, a circa otto chilometri all’interno del tunnel della Grande Galleria dell’Appennino (18 km), dove la ferrovia procede diritta e la velocità del treno supera i 150 km/h. La detonazione fu causata da una carica di esplosivo radiocomandata, posta su una griglia portabagagli del corridoio della nona carrozza di seconda classe, al centro del convoglio. L’ordigno era stato collocato sul treno durante la sosta alla stazione di Firenze Santa Maria Novella.

Tutto fu organizzato per provocare il maggior numero possibile di vittime: l’occasione del Natale, la potenza dell’esplosivo, il “timer” regolato per fare esplodere la bomba proprio sotto la galleria, in coincidenza del transito, sul binario opposto, di un altro convoglio. Solo il tempismo del conducente, che bloccò prontamente la linea, evitò una strage maggiore. In quella galleria sono rimasti i corpi senza vita di sedici esseri umani, mentre diverse centinaia sono rimaste ferite in maniera gravissima.

Per le lesioni riportate, alcune di queste sarebbero morte anche a distanza di anni. Il 27 aprile 2011 la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli emise un’ordinanza di custodia cautelare per la strage nei confronti del boss mafioso Salvatore Riina detto Totò o il Capo dei Capi (Corleone, 16 novembre 1930 – Parma, 17 novembre 2017), precisando che lo stesso era considerato il mandante della strage. Il 25 novembre 2014 si aprì a Firenze il processo. Secondo la DDA napoletana l’attentato s’inserì in un disegno strategico di Riina per far apparire l’attentato come un fatto politico e come risposta al maxi processo contro Cosa Nostra.

Il 14 aprile 2015 Riina fu assolto per mancanza di prove. Le vittime della strage del treno 904 non hanno mai ottenuto nessun risarcimento. La decisione del Viminale è stata contestata dall’Associazione tra i familiari delle vittime della strage sul treno Rapido 904 del 23 dicembre 1984 perché “si pone in grave contraddizione con le sentenze di merito a carico degli imputati”. 

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Repertorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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