Nell’ultimo spicchio d’estate il bagno Clipper 100 a Zadina di Cesenatico, del mio caro amico Nicola Sacchini, è stato preso d’assalto da villeggianti bergamaschi. Quale ghiotta occasione per ascoltare i loro commenti in materia di calcio.

Chi conosce Bergamo sa che nessuna sfida, nessuna missione è impossibile da quelle parti. Basta fare un giro tra il Sentierone e la parte Alta della città, così come avvenuto oggi in riva al mare, per accorgersi che la gente scherza, si prende in giro e butta acqua sul fuoco degli entusiasmi, ma dietro alle parole in dialetto nasconde una feroce voglia di fare bene, una determinazione che va a braccetto con la dedizione al lavoro e una totalizzante propensione all’impegno. Sono così anche i bergamaschi che partecipano attivamente, cioè quelli che si recano allo stadio, anzi quelli che vanno “all’Atalanta” con la passione più vicina a una fede. E i tifosi della Dea, in questo momento, camminano sulle acque. Il terzo posto nello scorso campionato, dietro Juve e Napoli, è stato il migliore risultato di sempre dei nerazzurri e si è automaticamente tradotto nella prima storica partecipazione alla Champions. Facile dire che è il frutto del lavoro del presidente Antonio Percassi e di suo figlio Luca, imprenditori bergamaschi illuminati e malati di Atalanta.

Facile dire che il merito è di un allenatore non omologato che ama il bel gioco come Gian Piero Gasperini. I Percassi, Gasperini e i giocatori hanno fatto miracoli, ma sono arrivati puntuali a un appuntamento che era scritto nel destino. L’Atalanta è una società calcistica fondata a Bergamo il 17 ottobre 1907, ed è la regina delle “provinciali”. Nessuna squadra di città che non sia capoluogo di regione ha un percorso così importante. Per tutti è la Dea. La mitologia racconta che Atalanta fosse una cacciatrice straordinaria. In autunno la squadra di mister Gasperini corre in una nuova prateria, a caccia della Coppa con le grandi orecchie che varrebbe la gloria eterna. Conoscendo i bergamaschi (de hura o de hota), staranno due passi indietro dicendo che è già un miracolo partecipare, ma nemmeno il tempo di finire la frase e saranno già al lavoro per puntare alla Luna. Papu Gomez, capitano e bandiera dell’Atalanta, aspetta a testa alta l’appuntamento con la storia.

Anche il Papu, argentino sognatore, fantasista creativo, sta con i piedi per terra. A parole. La realtà è che oramai si è immedesimato talmente nella parte fino a diventare bergamasco. Il Papu ha una missione: guidare la Dea all’assalto dell’Europa. Purtroppo l’emozione della prima volta ha paralizzato i nerazzurri, ma il traguardo sarà messo a fuoco un po’ alla volta, partita dopo partita. Mai come in questo caso quello che conta è il viaggio. Il meraviglioso viaggio sulle strade della Champions. 

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Lapresse

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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