Il Tango è una musica è una canzone, ma anche un ballo popolare che ha nel suo significato la parola di incontro e eleganza.
Ai suoi inizi però il ballo argentino era molto differente, poiché era il ballo dei sudamericani poveri. Il termine iniziò a diffondersi a Buenos Aires verso il 1820, riferito ad un tipo di percussione usata dagli afroamericani.
Può sembrare una forzatura associare questo significato con la danza che, sebbene in apparenza almeno porti lo stesso nome, si diffuse sessant’anni dopo.

Ecco perché: nell’Ottocento Buenos Aires è la città dove far fortuna.
Il Tango è per lo lo più a tempo binario, originario della regione del Rio de la Plata.
Nato in Argentina come espressione popolare e artistica, comprende musica, canzone e ballo.

Nessuno sa chi abbia dato il nome a questo genere ne si sa esattamente perché si chiami in questo modo.
Dal 1880 al 1920, nel periodo denominato Vecchia Guardia vi è un periodo di genesi e sviluppo degli elementi che poi definiscono il genere, il termine con cui si fa riferimento a una o due circostanze storiche di maggior rilievo nello sviluppo del Tango.
Il genere musicale che nasce in questo periodo è un un’ibrido di altre culture popolari come il Condombe, la Milonga, il Tango Andaluz, l’Habanera ed è circoscritto ai gruppi marginali della città.

Per questo motivo viene rifiutato dalle classi medie e alte, e solo nel 1920, periodo di successo internazionale il Tango verrà accettato per potere poi divenire a tutti gli effetti una musica, una canzone e un ballo di moda nei grandi saloni delle capitali europee, dalla Cultura artistica dello Stato argentino.

Inizialmente il Tango veniva eseguito da un trio formato da un violino, chitarra e flauto. Alcuni tanghi erano poi scritti per pianoforte e voce.

Nel Novecento il trio divenne pianoforte, violino e bandoneon, strumento appartenente alla famiglia della fisarmonica.
In seguito si formarono vere e proprie formazioni di orchestre.

I nomi dei maggiori compositori sono tutti figli di italiani, lo stesso compositore e direttore d’orchestra Astor Piazzolla che verrà ricordato nella parte seconda di questo articolo, aveva i nonni italiani, pugliesi da parte di padre, toscani da parte di madre.

Numerose sono le presenze italiane nella storia del Tango, e ulteriori nuove scoperte continuano a venire alla luce, tra cui forse quella di Claudio Miotti potrebbe essere la prima presenza sonora ipotizzata. La musica del Tango ha sempre continuato ad evolversi, negli anni Sessanta del Novecento nel Tango Nuevo iniziato da Astor Piazzolla.

Il termine Tango Nuevo si sposa con un nuovo stile interpretativo del tango ballato che ha raggiunto la codifica con i contributi determinanti dei ballerini nonché maestri.

La musica argentina oltre ad essere un ballo è anche cantato.
Il ballo è basato all’improvvisazione, caratterizzato dall’eleganza e dalla passionalità.
Il passo base del Tango è il passo in sé, dove per passo si intende il normale passo una camminata. La posizione è un abbraccio frontale più o meno asimmetrico a seconda dello stile, in cui l’uomo con la destra cinge la schiena della propria ballerina e con la sinistra le tiene la mano; a seconda della scuola, dello spazio disponibile e dello scopo del ballo.
L’assetto e la distanza può variare tra: contatto diretto con rollio, apertura temporanea del contatto su uno dei lati, una certa distanza tra la spalla sinistra dell’uomo e la destra della donna o abbraccio aperto.
Poche regole semplici dettano i limiti dell’improvvisazione: l’uomo guida, la donna segue.

Fondamentalmente è l’uomo che chiede con un linguaggio puramente corporeo alla propria ballerina di spostarsi.
Tuttavia, per motivi didattici sono state introdotte delle sequenze con passi predefiniti come la Solida Basilica, tipica figura di otto passi tipica delTango argentino.

Il Tango argentino è caratterizzato da tre ritmi musicali diversi ai quali corrispondono altrettante distinte tipologie di ballo:
Il ballo Vals, Vals Criollo, musicalmente il Tango ha un tempo di 4/4 o 2/4, come la Milonga, mentre il Tango Vals, che deriva dal valzer ha un tempo di 3/4.
I ballerini di tango praticano differenti stili, facenti capo a grandi interpreti delle sue fasi storiche e ai quartieri di Buenos Aires o cittadine nelle sue vicinanze, dove si sono contraddistinti.

Alcuni stili di ballo sono: Apilado, Milonguero, Fantasia, Salon Show, Avellaneda, Villaurquiza, Nuevo.Tra ballerini più famosi vanno citati Miguel Balmaceda, Antonio Todoro, Pepito Avellaneda, Josè Benito Ovidio Bianquet detto “El Cachofaz”, junior Cayrlos Copes, El Tate, Miguel Angel Zotto, Osvaldo Zotto, prematuramente scomparso, e Carlos Govito, noto per aver diffuso il tipico abbraccio ‘sbilanciato”, l’Apilado ballato dai Viejos Milongueros negli anni Quaranta, Gustavo Novura e Giselle Anne che con Fabian Sales e Pablo Veron, ballerino argentino definito dal giornale Liberation di Parigi “Il miglior ballerino del mondo”, sono alla base dell’evoluzione del Tango moderno, vi sono poi Esteban Moreno e Claudia Codega, Sebastian Arce e Mariana Montes, solo per citarne alcuni tra i più importanti e famosi.

Alle origini del Tango argentino troviamo il Canyengue, intorno al 1880; tipici i movimenti rapidi e corti, detti Arcoballero.
Soppiantato negli anni Quaranta, lo stile Milonguero è caratterizzato da un abbraccio stretto con movimenti contenuti e adatti agli spazi ristretti.

Uno stile sobrio, semplice e passionale.
I ballerini spesso si appoggiano l’uno all’altro e l’asse individuale viene sostituito da un asse condiviso attorno al quale si muove la coppia.

Il Tango Salon, nato nel passato nei salotti dell’aristocrazia, è caratterizzato da un abbraccio più largo rispetto al milonguero, maggior rispetto per l’asse individuale, una ricerca per l’eleganza e spettacolarità del movimento.
Negli show in teatro che nelle strade i ballerini si esibiscono nello stile detto, Tango Escenario, talvolta denominato anche Tango Show e Tango Fantasia, caratterizzato da figure coreografiche a passi di forte effetto scenico, spesso si tratta di passi arrivati dalla danza classica e contemporanea adattato al genere musicale argentino.

Negli anni Sessanta e Settanta si afferma il Tango Fantasia, che molto si distacca dal Tango tradizionale.
Negli anni Duemila si è sempre più affermato un genere noto come il Tango Nuevo ballato soprattutto sulle note del tango elettronico.

Un movimento vero e proprio si è venuto a creare attorno alla ricerca costante di nuove forme di movimento le Tango, in Europa e di ritorno nella stessa Argentina, patria di questo genere, ballato su musica e canto.
In tutto il mondo si assiste ad una diffusione del Tango capillare, in costante crescita in questo Millennio; il segno di questo è il proliferare delle milonghe, la Milonga è il termine usato per indicare un luogo dove si balla il Tango. Solitamente una sala ampia, contornata da tavolini per i ballerini, con un pavimento levigato.

Comunemente le persone che frequentano le milonghe sono chiamate milongueros: il termine Milonga è riferito al genere musicale.

In questo contesto nascono delle compagnie che rappresentano il Tango sul palcoscenico accompagnate dalle orchestre.
I Festival e gli eventi di questo genere sono presenti ormai in tutte le grandi città del mondo.
In Europa vi è stata una grande diffusione il genere ha avuto notevole consenso da parte del pubblico e degli appassionanti del ballo, nei Paesi Bassi, in Francia e in Italia, patria d’elezione per molti artisti argentini di origine italiana.

La lingua del Tango è il Lungarno, il Lungarno è un argot spagnolo utilizzato nelle città di Buenos Aires e Montevideo.
Il suo utilizzo è molto frequente, specialmente nelle canzoni del ballo tipico di queste città, colloquialmente, è chiamato Lunfa.

Le sue origini furono quelle di agot o slang di prigionieri usato nelle carceri per non farsi comprendere dalle guardie, gergo di Bueno Aires, con termini di origini diverse tra cui varie parlate italiane, tra le quali il genovese e il napoletano, questo slang fu portato dagli immigrati italiani.
Fine Prima parte…Continua.

A cura di Alessandro Poletti – Foto Getty Image

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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