“Come è  accaduto a molti dei grandi innovatori, anche Astor Piazzolla ha pagato un caro prezzo al suo desiderio di cambiare la tradizione fino ad essere definito “L’assassino del Tango” da chi non riusciva ad accettare un modo di intendere questo straordinario universo  musicale che non fosse quello di Gardel…].
[…Il genio del musicista di origine italiane, come le radici del Tango, è  universalmente celebrato, ma il suo percorso non tanto verso la gloria, perché l’apprezzamento sul piano internazionale non è mai mancato, ma verso quel riconoscimento in patria del suo valore come compositore Tout Court e di genio innovatore è stato lungo e accidentato.
Chissà se alla base di questa situazione ci siano le sue radici, ma è certo che l’Italia è stato per Piazzolla una seconda patria anche sul piano musicale,  il luogo ideale per mettere le fondamenta del Nuevo Tango, utilizzando strumenti “innovativi che non sono mai stati usati fino ora”, “elettrici, cantanti come Mina, Milva, Iva  Zanicchi.
Proprio in Italia, e con musicisti italiani, ha inciso dei titoli più famosi di una discografia sterminata, quel “Libertango” che non manca mai negli omaggi al maestro.
Naturalmente oggi nessuno discute più il genio di Astor Piazzola non accade in Argentina dove  ormai le sue composizioni, delle opere per orchestra, e brani celeberrimi come “Ballata par un loco”o “Adios nonnino” (dedicata al padre) fanno parte della cultura del Paese.
Ma la dimostrazione più potente del suo genio viene dal ricchissimo catalogo di omaggi resi da musicisti di ogni estrazione, come il grande virtuoso di violino Gidon Kremer che nel suo “Hommage a Piazzolla” esegue una delle più belle versioni di ” Oblivision“, uno dei capolavori di Astor Piazzola,  una sorta di saggio di musica sulla malinconia che racchiude lo spirito più autentico del Tango”.
(Dalla Redazione ANSA di mercoledì 10 marzo 2021).
Astor Piazzola nasceva cent’anni fa a Mar del Plata in Argentina era 11 marzo 1921, da nonno di padre Pugliese e da madre genovese.

Nel 1930 il giovane Piazzola inizia a studiare il bandoneon strumento  facente parte della famiglia della fisarmonica, si perfeziona il seguito sotto la guida del maestro Bela Wilda, alunno di Sergej Rachmaninov, adottando composizioni per pianoforte al bandoneon, il grande Carlos Gardel, il più famoso interprete di tango argentino, lo incontra a New York  negli Stati Uniti  e lo invita, appena quattordicenne,  a incidere vari temi per il suo film “El dio Que me Quieros”.
Nel 1937 con la famiglia il giovane Piazzolla ritorna a Buenos Aires,  dove inizia a lavorare come bandoneista e arrangiatore nell’orchestra di Quibal Troilo. Nell’anno 1940 comincia a studiare con Alberto Ginastera e nel 1946 forma la sua prima orchestra; nello stesso periodo si dedica alla musica da concerto e compone opere da camera e per grande orchestra. Nel 1950 lascia l’orchestra per dedicarsi alla composizione.  Nel 1952 il musicista italoargentino riceve il premio Empire Tractor Co. USA per la composizione “Rapsodia Portena”. Nel 1953 è insignito di un altro premio, con una menzione dei critici musicali di Buenos Aires, per il brano “Sinfonietta”.
In questo periodo  studia direzione d’orchestra con Herman Scherchen e il governo francese l’anno dopo, gli offre una borsa di studio.
A Parigi da Nadia Bouloger; la quale gli consiglia di continuare con la musica popolare dicendogli; “Qui c’è Piazzolla, non lasciarlo mai!”. Al ritorno dalla Francia, forma due complessi: “El Octeto de Buenos Aires” e “La Orquestra de Cuerdas” che rivoluzionano tutta la musica di Buenos Aires  attirandosi le più severe critiche,  ma questo non gli fa desistere dal continuare nel suo genere innovativo da lui sentito profondamente, quello di dare al Tango un aspetto più  moderno  al passo coi tempi. Viene perciò boicottato dalle case discografiche, dalla  radio e dalla televisione e per questa ragione si trasferisce a New York nel 1958 dove lavora  come arrangiatore, qui vi era stato da ragazzo con i suoi genitori dal 1924 al 1934.
Dopo due anni ritorna nella città di Buenos Aires in Argentina e forma un nuovo quintetto, sempre più convinto che il Tango dia una musica da ascoltare  e non da ballare. Tiene concerti, incide dei dischi e compie numerose tournée in Argentina,  Brasile, Cile, Uruguay,  Stati Uniti  e altri Stati.  Nel 1963 riceve il premio “Hirsch”, compone “Tres Movimientos Sinfonicos” che Paul Klecki dirige quello stesso anno.
Nel 1967 Piazzolla scrive con il poeta Horancio Ferrer la piccola opera “Maria de Buenos Aires “, con questa prima opera tra il musicista e il poeta vi sarà una collaborazione che durerà nel tempo.
Più  avanti nel tempo Piazzolla compone “Tangazo” su richiesta del Maestro Pedro Ignacio Caldeon,  direttore dell’Ensamble Musical de Buenos Aires che lo rappresenterà durante la tournée durante la tournée negli Stati Uniti; Tango Seis per i Melos Ensamble in “Milonga en  Re” in  “Milonga en Re” per il violinista classico napoletano Salvatore Accardo.
(Dalla Redazione ansa.it del 12 novembre 2017: ” Accardo ricorda l’amico  Piazzolla: ” Quando  Salvatore Accardo e Astor Piazzola, provenienti da mondi musicali decisamente diversi, si conobbero, sorprendentemente si piaquero così tanto che il compositore argentino invitò a casa sua il virtuoso violinista napoletano. Erano a Buenos Aires, il 20 luglio 1969 e condivissero un’esperienza unica: seguirono in televisione lo sbarco sulla luna di Nil Armstrong e di Buzz Aldrin. Accardo dirige il 13 novembre 2017, “… al Teatro Eliseo di Roma, l’Orchestra da Camera  Italiana nel concerto “Bach versus Piazzolla”. L’iniziativa rientra bel progetto “Il sogno di un violino”, dello stesso Accardo e Laura Gorna, che mira all’insegnamento di giovanissimi talenti nell’orchestra diretta dal maestro Accardo: “È stato un grande amico per me, oltre che uno straordinario  musicista”.
Continuando a lavorare con il poeta Ferrer, per Piazzolla inizia una nuova esperienza: Il Tango canzone.
Nel 1969 il tema “Bskada para un Loco” diviene il maggior successo dell’anno in diversi paesi sudamericani, battendo tutti i record di vendita in Argentina, la sua Patria. Questo genere, apparentemente più commerciale, gli da la possibilità di avvicinarsi al grande pubblico. Ai suoi concerti, prima riservati ad un ristretto  numero di interlocutori, affluisce ora un pubblico sempre più numeroso che finalmente  riconosce in Piazzolla la più autentica espressione della musica di Buenos Aires.
Nel 1970 torna nella Cite’ des arts, Mozarteum per cinque mesi, durante i quali compone, sempre con il poeta  Ferrer, un oratorio: “El Pueblo jo Ven”, la cui prima rappresentazione viene data Saarbuken. Nel settembre del 1971 Piazzolla forma Conjunto Nuevo, ed è  ora la Municipalidad de Buenos Aires che lo scrittura per due anni per dare concerti in tutta l’Argentina e all’estero.
I suoi più grandi trionfi lì ottiene a Caracas, Rio de Janerio, San Paolo, Santiago del Cile.
Nell’aprile del 1972, dopo averlo avuto ospite al Festival Internazionale Onda Nueva di Caracas, il Maestro Aldo Pagani che successivamente diventerà suo editore e produttore,  trova l’occasione di presentare Piazzolla e il suo nonetto al pubblico italiano, formazione composta da nove musicisti, organizzando due concerti presso l’Istituto Italo Latinoamericano a Roma e facendogli registrare per la televisione italiana RAI, la trasmissione Teatro 10, presentata da Alberto Lupo. Ospite fissa la  grande e indimenticabile Mina, che estasiata dalla musica di Piazzolla ha voluto in quella occasione assolutamente eseguire e registrare con il musicista italoargentino il brano Balada para mi Muerte.
Per la prima volta il 17 agosto 1972 tiene un concerto nel famoso Teatro Colon di Buenos Aires e i preparativi dello stesso costringono il bengionista a rifiutare l’offerta dattagli dal regista italiano Bertolucci, di scrivere le musiche del film Ultimo Tango a Parigi.
Dedica comunque a questo film il brano Jeanny y Paul. Sempre nel mese di agosto il musicista presenta al Teatro Coliseo la prima della sua composizione Concierto de Nacar, per nove solisti e per la Ensamble Musical de Buenos Aires.
Nel 1984 inizia una serie di recital con la collaborazione della cantante Milva, con la sua bella e intensa voce risalta così il tango cantato portandolo a un’altra dimensione quella della classe e della sofisticata esecuzione, i due artisti si abbinano molto bene per l’empatia che li accomuna. Negli ultimi anni Ottanta il musicista preferiva esibirsi in concerti come solista accompagnato da orchestre sinfoniche eseguendo naturalmente composizioni sue, non disdegnando nemmeno d’effettuare qualche concerto con il suo quintetto, la formazione più amata.
Il musicista italoargentino ha registrato con il musicista anch’esso argentino Lalo Schifrin e con la St. Luke Orchestra Aconcagua Concierto para Bandoneon y Orquestra e Tres Tangos.
Con l’Orchestra Filarmonica di Caracas, diretta dal Maestro Aldemaro  Romeo, e poi la Suite Punta del Este, con il Kronos Quartet Piazzolla ha inciso la suite intitolata Five Tango Sensations che è rimasta nella Top Classica  per più di un anno negli Stati Uniti.
Il musicista italoargentino  e uno dei pochi che ha registrato tutte le sue opere oltre seicento approssimativamente su una cinquantina di Long playing. Anche il cinema non è  rimasto immune al fascino della sua musica e ne sono esempi le colonne sonore dei film Enrico IV del regista Marco Bellocchio, Cadaveri Eccellenti del regista  Francesco Rosi, El Exilio de Gardel e Sur, del regista  Fernando Solanas e Twelve Monkeys del regista Terry Gillian.  Inoltre Piazzola ha collaborato a Film di attori tra i quali, Alain Delon, Jean Loui Tritignan, Jean Moreau.
Anche nell’editoria si sono visti pubblicati dei libri, dedicati alla sua arte di artista, nel 2007 l’Editore Braciaroli pubblica accompagnato da un cd del Kronos Quartet il libro dal titolo: “Astor Piazzolla, Sono un uomo di tango”, con a inizio pagina  una premessa del compositore e discografico Aldo Pagani, dal capitolo II del libro: “New York.
“Quando avevo quattro anni, nel 1925, i miei genitori decisero di trasferirsi a New York.
A quei tempi si viaggiava in nave, perciò la prima immagine che ho avuto di New York è la stessa di altri milioni di immigrati: la statua della Libertà.  Non posso dire che ne sono rimasto sorpreso, ero un bambino, ricordo tutto in modo un po’ ovattato.
Mio padre aveva preso contatti con una famiglia siciliana, quella di Vincenzo Baudo, gente, molto brava che lo aveva aiutato e gli aveva permesso di stare in una camera della loro casa fino a che avesse trovato un lavoro. Erano tempi difficili, ma a Mar del Plata era peggio: per quello eravamo emigrati a New York. Aiutato a un altro italiano che proveniva da Trani, lo stesso paese dov’era nato mio nonno Pantaleon, mio padre imparò il mestiere di parrucchiere.
Aveva iniziato a lavorare nel negozio di un mafioso, Nicola Scabutiello, persona molto simpatica, mi adorava, ma in verità era un ganster.
Tutto quello che uno ha visto in “Il Padrino” o gli “Intoccabili” io l’ho vissuto da vicino, così all’ordine del giorno.
Una volta ricordo un tizio chiamato Jimmy aveva  voluto  aprire un altro negozio di parrucchiere nella stessa strada di quella di Scabutiello, ma glielo avevano chiuso prima che lui potesse inaugurarlo.
Gli avevano messo l’anguria, così chiamavano allora le bombe, ed era saltato tutto per aria.
Noi abitavamo sull’8Th Street che a quei tempi non era certo il miglior posto di Manhattan. Oggi è una contrada bohémien, intellettuale, dove abitano tanti pittori, musicisti, artisti: a quei tempi invece il Greenwich era maledetto.
Vicino a casa c’era una sinagoga, dove un sabato sera, durante una festa di matrimonio, erano stati uccisi quattordici o quindici ebrei, un’intera famiglia. Li la rabbia era di casa da grossi branchi e c’era di tutto: “italiani, ebrei, irlandesi”.
Il regista Gabriele Salvadores ha presentato nell’anno 2000 alla mostra del Festival del Cinema di Venezia il film Denti, la cui colonna sonora contiene il brano del musicista italoargentino El Penultimo.
Piazzolla nella sua carriera d’artista è stato insignito di molti premi, nel 1974 una miriade il, Premio Critica Discografica Italiana, ha assegnato all’unanimità ad Astor Piazzolla il primo premio assoluto per il miglior disco di musica strumentale, con le seguente motivazione: “Per la validità della composizione e per la sorprendente inventiva degli arrangiamenti che conferiscono al tango una dimensione del tutto nuova”.
Nel 1993 a Los Angeles in California negli Stati Uniti il brano Oblivision ottiene la nomination al Grammy Award nella categoria, Best Instrumental Composition: tale  brano è a detta di molti critici di fama internazionale, una delle più belle composizioni mai scritte dall’artista Piazzolla, oltre ad essere una delle più registrate.
Nel1998, ad Hollywood in California il brano Libertango vince il Grammy Award sempre come miglior composizione strumentale dell’anno, grazie al disco dal titolo Soul Tango del violoncellista Yo Yo Ma.  La nuova data però segna l’inizio di una nuova ascesa della musica del musicista Piazzolla, in breve tempo diventa genere trasversale, accattivante anche per le nuove generazioni di artisti e di produttori e di pubblico.
Nel nuovo Millenio a Mar del Plata sua città d’origine l’amministrazione comunale, gli ha reso omaggio intitolandogli  l’aeroporto, che ora porta il suo nome, il nome dell’italoargentino Astor Piazzolla.
Muore il 4 luglio 1992 a Buenos Aires all’età di 71 anni.
A cura di Alessandro Poletti – Foto Getty Image
Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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