Colline tappezzate di vigneti, borghi, casali, chiese, torri e castelli d’origine medievale sono gli elementi naturali, storici e architettonici che costituiscono il panorama del territorio astigiano: prendiamo un respiro profondo e inspiriamo armonia, equilibrio e passione.

In queste terre sconfinate nel lontano 1865 nacque il primo spumante italiano, prodotto dai Fratelli Gancia: negli anni successivi la stessa passione di allora, coadiuvata da sempre più moderne strumentazioni e studi che hanno permesso di conseguire migliorie nelle tecniche di coltivazione e importanti innovazioni negli aspetti produttivi, hanno portato ad ottenere nel 1993 il riconoscimento DOCG all’Asti e al Moscato d’Asti.

Oggi con 4000 aziende produttrici, 51 Comuni, 9700 ettari di vigneti e 85 milioni di bottiglie prodotte ogni anno, il Consorzio per la tutela dell’Asti, nato nel 1932, è quotidianamente impegnato nella tutela, valorizzazione e promozione dei suoi vini in Italia e nel mondo.

Terra ricca non solo di vini, ma anche di specialità gastronomiche, a partire dal cardo – ingrediente fondamentale della bagna cauda, tipico piatto dal sapore forte a cui ogni anno viene dedicato un evento nel mese di novembre e che coinvolge tutti i ristoratori della provincia; pregiatissimo e ricercatissimo è poi il tartufo, cui è dedicata una fiera che quest’anno è prevista nei giorni 14 e 15 novembre; e poi ancora le nocciole, la robiola, la muletta (salume tipico) e pure i peperoncini rotondi ripieni di acciughe, tradizione importata dai numerosi operai calabresi assunti presso la Fiat, e acquisita in segno di riconoscenza e ospitalità.

Il centro storico di Asti è una culla di eccellenze architettoniche storico-religiose, per citarne alcune: la Torre Comentina – che coi suoi 38,5 metri di latezza è la torre più alta di tutto il Piemonte; la Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Gottardo; la Torre Troyana o Torre dell’Orologio che coi suoi rintocchi negli anni ha scandito le attività quotidiane di tutta la popolazione; la Domus Romana risalente al I secolo D.C.; la Casa natale di Vittorio Alfieri; la Chiesa della Madonna del Portone e la Chiesa di San Silvestro; la Torre Rossa o Torre di San Secondo dove secondo la leggenda pare sia stato imprigionato San Secondo, patrono della città, prima del suo martirio; e infine Palazzo Mazzetti, sede oggi della Pinacoteca Civica e del Museo di Asti.

Uscendo dalla città si rimane incantati dai suggestivi paesaggi dei Comuni dell’Astigiano: quasi tutti, sia a nord che a sud del fiume Tanaro, nell’Alto e nel Basso Monferrato, conservano almeno uno o più castelli, una torre, delle vestigia o un rudere del maniero che lo dominava. Numerosi sono gli itinerari e le iniziative proposti dall’ente turismo locale per la visita a questo inestimabile patrimonio, tra cui la rassegna “Castelli aperti” che si svolge da maggio a ottobre.

In questi luoghi pieni di storia, onore e nobiltà nacque un grande artista italiano: Giorgio Faletti. E allora alla fine di questo viaggio nella sua terra concedetemi di omaggiarlo, e rendergli memoria, citando alcune sue parole, che sanno di vita, di vita vissuta, con l’auspicio che ogni viaggio che abbiamo la fortuna di compiere, sia bottino di nuovi ricordi: ché lo spazio per la memoria, del cuore, è illimitato. “I ricordi hanno bisogno di molto tempo per sparire. Ma gli basta un nulla per riaffiorare. Una voce, un suono, un’immagine, un profumo, un odore”.

A cura di Sara Patron – Foto SiViaggia

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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