La tradizione della fisarmonica nella musica popolare a partire dal 1910 fino al 1960 fu ascoltata frequentemente, però per l’arrivo di uno strumento vi fu un momento in cui lo strumento ebbe un declino per l’aumento popolare della chitarra, in particolare della chitarra elettrica della e nella musica rock. La popolarità della fisarmonica in Europa è nel Nord America declinò fortemente.
Questo strumento è presente in un’ampia varietà di generi musicali, principalmente nella musica tradizionale e popolare. In alcune regioni, come l’Europa e il Nord America, è diventata principalmente riservata al musica tradizionale, folk ed etnica. In altre regioni come il Messico, lo strumento è molto popolare in vari generi come il Messico e in Brasile e uno strumento fisso negli stili di musica popolare come il Sartanjo ed il Forrò.
Nella Musica artistica la fisarmonica è usata nel jazz, un’importante esponente fu il fisarmonicista nordamericano Frank Marocco: cresciuto nella città di Waukegan, nello Stato di Chicago. Marocco iniziò all’età di sette anni quando i suoi genitori l’iscrissero ad una scuola per principianti. Il suo primo insegnante fu George Stefani che insegnò al giovane fisarmonicista per nove anni tutta l’arte, la tecnica e l’impostazione, cioè il modo di suonare questo strumento.
Anche se il ragazzo iniziò lo studio della Musica Classica, Stefani incoraggiò Marocco ad esplorare altri generi musicali. Oltre alla fisarmonica Frank studiò pianoforte e clarinetto, così come teoria musicale, armonia composizione. Più tardi nel tempo studiò con Andy Rizzo, un conosciuto fisarmonicista ed insegnante americano. Con questo strumento  Frank Marocco suonò  anche molte trascrizioni del repertorio operistico e della Musica Classica. Dopo aver analizzato la storia della fisarmonica nel contesto musicale e tradizionale, ora vi parlo di un artista italiano originario dell’isola della Sardegna, come lo è il trombettista Paolo Fresu, questo musicista è Antonello Salis che io definisco un musicista eclettico.

Antonello Salis nel 1967 iniziò a far parte di una formazione chiamata “Black String” formata dal bassista e cantante Antonio Lecis, arte Tony Smith, costui formò in seguito un nuovo gruppo chiamato “I Los Sardos” rimanendo con questa band sino alla fine degli anni Sessanta, poco prima dell’ingresso neonati Stanchi”, altra formazione, che si erano trasferiti ad Alghero. Antonello Salis rimase con loro fino alla primavera del 1969, anno in cui accettò la proposta di suonare nel gruppo de “I Barrrittas” del leader Benito Urgu, mentre di esibiranno in Liguria. Questa esperienza si interruppe nel febbraio del 1970, Antonello Salis partì per i militari, terminato il servizio militare ritornò a suonare con la stessa formazione e si ricongiunse ai “Barrittas per proseguire sua esperienza di musicista sino al 1971. L’anno dopo Tony Smith fu ingaggiato per un breve tempo da Antonello Salis nella sua formazione “I Salis’n Salis“, con cui si esibirono in Svizzera e al Festival romano di Villa Pamphili a Roma.

“Antonello Salis: chi è questo pianista e fisarmonicista che da mezzo secolo suona ogni strumento con la stessa grinta. Ha il volto e il look da vecchio pirata, non si separa mai dalla sua bandana e ha la pelle terribilmente scura tutto l’anno. “Antonello Salis è  la quintessenza dell’uomo sardo, nel cui sangue soffia il vento della sua isola, la Sardegna e una passione incontenibile per la musica: a causa di entrambi sembra che, letteralmente, Salis non riesca a Star fermo. Si è appassionato alla musica quando aveva solo pochi anni: suo nonno gli regalò la sua prima fisarmonica giocattolo, grazie alla quale cominciò a esercitarsi fino a panodreggiare uno degli strumenti più completi della tradizione musicale italiana. Il problema nacque all’arrivo dell’adolescenza: dopo aver trascorso anni a suonare nelle sagre di paese della sua isola, Salis rimase letteralmente folgorato dal rock and roll dei Beatles e dei Rolling Stones, tra i quali naturalmente, un fisarmonicista non avrebbe mai trovato posto. Cominciò lì la “nausea per la fisarmonica” che lo portò a tentare nuove strade ma che poi lo rocondusse inevitabilmente al suo primo, vero strumento. Si avvicinò al pianoforte e alle tastiere pur di cominciare a suonare nei gruppi di giovani che spuntavano come funghi tra gli anni Sessanta e Settanta: Antonello Salis, nato nel 1950, ha vissuto in pieno la rivoluzione della musica e dei costumi di quegli anni e tutti i cambiamenti della società di allora.
Oggi a Settanta anni, è ancora pieno di quell’energia dirompente di quel desiderio di ignorare tutte le regole, abbattendo tutte le barriere tra uno strumento e l’altro. A dimostrarlo l’immensa facilità con cui lui è Stefano Bollani hanno giocato insieme nel corso della propria carriera. Per quanto riguarda lo stile, non di può dire che quello di Salis sia uno stile elegante o delicato. “A quale batterista si ispiri per suonare il piano” gli ha chiesto una volta un giornalista. La reazione di Salis? Una sonora risata, dal momento che uno dei migliori pregi di Antonello è il non prendersi eccessivamente sul serio.
“Ho capito che un solo strumento non mi basta, per questo sono tornato alla fisarmonica” ha detto il musicista, che ha dichiarato in più occasione di non curarsi assolutamente di nulla al di fuori della musica.
“Siamo servitori della mudica” ha detto invece parlando dei musicisti di cui si circonda e conbi quali trova stimolante suonare. “Non ho bisogno di guardarmi allo specchio  non conta l’apparenza.
Con i miei gruppi di musicisti vogliamo soltanto suonare”.
La giornalista, Olga Luce gli chiede: “Perché porta la bandana?” “Con ogni probabilità è diventata una sorta di divisa da palcoscenico, perché sembra quasi non si presenti mai in scena senza. Anche se (malignamente) si potrebbe dire che è uno stratagemma per nascondere la caduta dei capelli, è anche probabile che serva soltanto ad assorbire il sudore e in estate a riparare la testa dal sole. Uno dei grandi misteri di Salis è il seguente: Antonello è sposato? Probabilmente solo con la sua musica è con la sua fisarmonica, dal momento che non si sa assolutamente nulla della sua vita sentimentale e, anche nelle moltissime fotografie che circolano in rete su di lui, non si vedano compagne o figli. Al massimo con i “Brutticeffi” della sua band ²”.
(² Olga Luce, da CheDonna Magazine, 21 maggio 2021).
Tra tanti progetti dell’artista Antonello Salis vi è quello che ha visto il musicista sardo il piano solo è stato il concerto svolto a villa Bardini, Volta S. Giorgio a Firenze,  nella rassegna Firenze Jazz Festival. È stata veramente una magia.
È quello che viene in mente forse più spesso quando si assiste ad una esibizione di Antonello Salis.Veterano sardo autodidatta, inizia come organista passando poi rigorosamente al pianoforte ed alla fidormonica. Dopo le prime esperienze “beat” con gruppi come i Barritas, fonda il gruppo dei Codmo, con i quali produce un’opera discografica con un ospite,  il sassofonista romano Massimo Urbani. Poi la folgorazione e l’amicizia con l’Art Ensamble of Chicago e in particolare con il trombettista Lester Bowiee Don Moye, con i quali collaborerà a più riprese, con Don Cherry, Nando Vasconcello. Negli anni Novanta è attivo nel trio P.H.F. insieme al trombettista anch’esso sardo Paolo Fresu ed al contrabbassista Furio Di Castri, e nell’Orchestra drl Titanic insieme al pianista Stefano Bollani, che la dirige. Autore anche di musiche da film, teatro e balletto,  Antonello Salis è uno dei musicisti regali che un’isola straordinaria come la Sardegna ha fatto al jazz italiano, “senza togliere nulla all’altro artista sardo Paolo Fresu”. Ma sopratutto, per definirlo, può bastare una definizione: unico.
Un’altro progetto si è tenuto nell’ambito della Triennale di Milano, un concerto con due protagonisti della Musica colta in Italia, che si è svolto i 2 ottobre del 2022, Antonello Salis e Simone Zanchini in “Liberi”. Zanchini il pianista e il fisarmonicista Salis sono tornati insieme dopo molti anni di assenza dai palchi italiani ed europei. Il risultato? La tempesta sonora perfetta. Difficile da trovare due concerti di Zanchini e Salis uguali. La ricerca costante del gioire è sperimentare ne compone un quadro musicale unico nel suo genere, oggi come allora.

In questi vari progetti che Antonello Salis ha presentato è il concerto con l’Orchestra Jazz della Sardegna diretta dal Maestro Riccardo Fassi.

Una nuova produzione, presentato da Giacomo Serreli, in cui le composizioni drll’istrionivo pianista e fisarmonicista sardo sono arrangiate e presentate in una veste originale e inedita; un viaggio attraverso i tanti luoghi musicali e i colori che Antonello Salis porta dentro di sé, e che non sono mai stati raccontati in una formazione ma orchestrale. Salis è uno dei più grandi solisti del jazz in Italia.
È particolarmente apprezzato per il suo lavoro con la fisarmonica  strumento sul quale può essere definito un innovatore e creatore di nuove tecniche espressive che lo hanno posto all’attenzione mondiale. Negli ultimi anni il musicista sardo e stati votato nei Jazzit Awards al primo posto tra i migliori solisti di fisarmonica e sempre ai primi posti nelle passate edizioni, a conferma di quanto dia apprezzato dal pubblico e dalla critica. Antonello Salis alla veneranda età di settantre anni suona ancora, regalando al suo pubblico che lo ama e ama la sua musica, ancora tanti progetti sia in concerti sia in opere discografiche.
(² Il testo virgolettato è stato tratto dal sito oneline CheDonna Magazine, “Chi è Antonello Salis, il pirata sardo che ha fatto della musica la sua vita”, di Olga Luce, 21 maggio 2021).
A cura di Alessandro Poletti – Foto Repertorio
Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui