“L’incidenza dei contagi nei bambini sta aumentando drammaticamente, i vaccini non decollano e si sta verificando anche un incremento dei ricoveri in ospedale e nelle terapie intensive”. A lanciare l’allarme è la professoressa Annamaria Staiano, presidente della Società italiana di pediatria e professore ordinario presso l’Università di Napoli Federico II.

La crescita dei contagi si verifica soprattutto nella fascia di età 5-11 anni che rappresenta all’incirca il 30% dei casi diagnosticati nell’intera popolazione tra 0-19 anni, una fascia di età non ancora coperta dalle vaccinazioni. Anche nella fascia 16-19 anni si nota un incremento, che secondo gli esperti sottolinea la necessità del richiamo vaccinale.

La variante Omicron è molto più contagiosa, “purtroppo stiamo vedendo molti casi anche al di sotto dei 5 anni, la maggior parte delle ospedalizzazioni riguarda proprio questa fascia d’età. Non possiamo accettare l’affermazione che il Covid non sia caratterizzato da manifestazioni cliniche severe in età pediatrica. Dobbiamo anche ricordare che la malattia può essere seguita da complicanze quali la Mis-C, o Sindrome infiammatoria multi sistemica e il Long Covid” ribadisce la presidente della Società italiana di pediatria, “Dobbiamo proteggere i bambini da queste conseguenze”.

I sintomi
“Si osserva un coinvolgimento maggiore delle vie respiratorie alte” osserva la pediatra. “I bambini si presentano soprattutto con laringite, mal di gola e febbricola. Talvolta anche con febbre alta e tosse importante”.

Le complicanze, la Mis-C: “E’ la Sindrome infiammatoria multi sistemica che può essere innescata da Sar-Cov-2 nei bambini e ha un’età mediana di presentazione a 9 anni” spiega la Staiano. Il 70% dei bambini affetti da Mis-C può arrivare a richiedere un ricovero in terapia intensiva a causa di manifestazioni cliniche severe, quali miocardite o pericardite. Si tratta di infiammazioni multi organo che però possono interessare anche il cervello, oltre che il cuore e chiaramente anche l’apparato respiratorio”.

La rete ospedaliera in difficoltà
Da settembre ad oggi si è triplicato il numero dei bambini che a causa del Covid è in degenza all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma e quadruplicato il numero di accessi al pronto soccorso, numeri così alti non si erano mai raggiunti. “Stiamo vivendo il momento peggiore dall’inizio della pandemia” dice Andrea Campana, responsabile del centro Covid, reparto che da diverse settimane risulta saturo, così come al completo la terapia intensiva.

I bambini ricoverati sono quasi tutti non vaccinati, nella maggior parte dei casi figli di genitori non vaccinati
Questo è un dato particolarmente significativo che dimostra quanto la vaccinazione sia importante non solo per le fasce più alte della popolazione ma anche per i più piccoli. “Chi non si vaccina mette a repentaglio la propria salute e quella dei propri figli” sottolinea Campana e aggiunge “in terapia intensiva ci sono figli di mamme non vaccinate e positive”.

In ospedale pazienti sempre più piccoli
“Fino a pochi mesi fa ad essere ricoverati erano soprattutto gli adolescenti a causa di complicanze cardiache. Improvvisamente sono arrivati pazienti sempre più giovani, di pochi mesi di vita”, spiega il responsabile del centro covid di Palidoro. Dietro a questo crollo dell’età ci sono due ragioni: da una parte l’assenza di vaccinazione, dall’altra la particolare contagiosità di Omicron anche nei confronti di neonati e lattanti “Chi parla di Omicron come di un raffreddore si sbaglia, nei confronti dei bambini più piccoli può essere aggressiva come le altre varianti”.

La terapia intensiva
Campana spiega che i piccoli pazienti “Presentano spesso polmoniti, dispnee gravi e convulsioni che possono richiedere ossigeno o ventilazione. Indossano i caschetti per la respirazione assistita nelle piccole teste. La gestione non è semplice, anche perché sono da soli”: non è permesso infatti l’accesso ai genitori, la cui vicinanza è fondamentale in questa fascia di età. Vengono informati solo telefonicamente, hanno delle fasce orarie in cui poter chiamare e, solo dopo un tampone negativo, possono entrare in ospedale per guardare i figli attraverso un vetro.

Il ritardo diagnostico, un effetto collaterale del covid
Un altro dato preoccupante, sottolinea il responsabile del centro covid dell’ospedale romano, è il problema dei ritardi diagnostici, ovvero di “tutte quelle persone che avrebbero bisogno di un trattamento e un approfondimento in ospedale ma rinunciano per la paura del contagio”.

C’è però un dato positivo, afferma Campana: “Rispetto alle precedenti ondate della pandemia, posso dire però che assistiamo ad un turnover accelerato: i bambini entrano più numerosi, ma vengono dimessi più rapidamente grazie alla migliore gestione domiciliare svolta in collaborazione con i pediatri di famiglia e alla maggiore tempestività e consapevolezza a cui siamo arrivati nei due anni di pandemia”.

Il Long Covid nei bambini
Si tratta di una sintomatologia che può seguire anche un’infezione da Sars-Cov-2 con sintomi lievi, avverte la presidente della Società italiana di pediatria Annamaria Staiano. “A distanza di qualche settimana il bambino può iniziare a manifestare debolezza, difficoltà respiratoria, mancanza di concentrazione, dolori diffusi ma anche astenia e apatia”.

Obiettivo vaccinazioni ancora lontano
“Siamo ancora un po’ lontani, le vaccinazioni nella fascia di età tra i 5 e gli 11 anni vanno ancora a rilento. Certamente questo dato va incrementato e noi auspichiamo che nelle prossime settimane si possa raggiungere un target molto più elevato anche perché l’inizio del ciclo vaccinale nella fascia di età 5- 11 anni è coinciso con l’interruzione delle attività scolastiche e l’inizio di un periodo festivo per i bambini. Quindi io penso che il mancato aumento delle vaccinazioni si possa attribuire all’esitazione da parte di genitori nel periodo di festa, nonostante le raccomandazioni da parte di tutto il mondo pediatrico e scientifico”

I vaccini sono sicuri
“I vaccini sono sicuri e gli effetti collaterali sono pochissimi” sottolinena Annamaria Staiano. “Giorno dopo giorno vengono vaccinati milioni di bambini. Abbiamo visto che negli Stati Uniti la campagna vaccinale ha raggiunto quasi 10 milioni di bambini, con effetti collaterali minimi. Le agenzie regolatorie dei farmaci sorvegliano gli esiti delle vaccinazioni e non sono stati finora riportati aumenti significativi degli effetti collaterali severi. Che il vaccino sia sicuro ed efficace è stato dimostrato dagli studi clinici che hanno autorizzato l’estensione delle vaccinazioni a queste fasce di età. Inoltre tra i bambini dai 5 agli 11 anni il vaccino ha un’efficacia di circa il 91% nel prevenire infezioni da Sars-Cov-2. Il vaccino tutela i nostri bambini e consente loro di ritornare ad una vita normale dopo i due anni di distanza e isolamento sociale, che hanno tanto compromesso la loro qualità di vita”.

A cura di Silvia Camerini – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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