ANNA MARIA JOPEK & PAT METHENY

In questi giorni ho riascoltato dopo tanto tempo, sul mio lettore CD audio, l’opera discografica di Pat Metheny con la cantante polacca Anna Maria Jopek dal titolo Upojenie (Ecstasy), ritornare all’ascolto di questo lavoro che Pat Metheny aveva prodotto all’inizio di questo nuovo secolo, il Millennio, si riscoprono i brani che ogni volta che li ascolti, le loro sonorità sembrano che ti diano sempre grandi emozioni e magari, entri in un’atmosfera particolare dove il momento stesso sembra fermarsi e farti entrare in un mondo surreale, dove tutto quello che ti circonda ha le sembianze di un mondo dove vi sono personaggi che provengono da dei racconti della saga fantastica di film ambientati in territori dove vi sono personaggi che rievocano le fiabe e i racconti che hanno un tempo temporale illimitato, e così si entra in un cosmico infinito.

Originariamente l’opera discografica viene pubblicata nell’anno 2002 in Europa è in Giappone, Upojenie (Ecstasy) e una collaborazione tra il chitarrista americano Metheny e la cantante Anna Maria Jopek Superstar polacca. Questo progetto nasce dopo che Jopek ha avvicinato il chitarrista ad un festival del jazz a Varsavia nell’anno 2001. La sua idea originale era di eseguire alcuni dei suoi lavori, alcuni di Metheny e alcune canzoni popolari polacche (esattamente quello che è successo). La collaborazione è il progetto dell’opera discografica è starà interamente registrata in Polonia con musicisti Polacchi; è qualcosa di completamente diverso da quello che potrebbe suggerire la somma delle parti.

Coproduzione dal compositore Marcin Kydrynski – marito della Jopek e Metheny, con Jopek e Pawel Brim Zarecki, questo set unisce la fusione caratteristica del chitarrista di forme jazzistiche e della pop music americana con l’elettronica, le prime melodie folk, le melodie classiche e gli arrangiamenti con strumentazione esotica e la voce ultraterrena ma gentile della cantante Jopek. Per i fan di Metheny, questa è stata un’opportunità unica su due fronti: ascoltare nuove versioni dei propri brani con arrangiamenti, titoli e testi diversi, nonché l’opportunità di conoscere un immenso talento. Ora che il set è stato pubblicato negli Stati Uniti, diventa un’opportunità anche per i fan del jazz contemporaneo e del sofisticato pop per adulti.

Il set inizia con il duetto “City Zapada Zmrok (Here Comes the Silent Dusk)”, una tradizionale preghiera serale cantata da Anna Maria Jopek con Metheny alla chitarra Pikasso a 42 corde. È scheletrico, etereo, inquietante, eppure nelle mani di Metheny, la melodia trascende la sua origine è diventa una canzone che avrebbe potuto essere cantata nelle pianure Nordamericane così come nell’Europa orientale. Un altro duetto, “Biel” (Whiteness), scritto da Kydrynski, presenta la cantante sostenuta dalle chitarre classiche e baritono di Metheny. Sembra abbastanza spazioso da essere stato registrato in una chiesa, ma le sue radici sono nel samba. Queste tracce sono le anomalie dell’album, comunque. Più spesso Metheny e Jopek sono accompagnati da una band al completo composta principalmente da musicisti polacchi crack, tra cui il grande pianista Leszek Mozdzer. Controlla la versione di “High Tide, Love Tide, the Breath of Time…” di Metheny, intitolata “Pryplyw, Adplyw, Addech Czasu…” (Dille che mi hai Visto) qui con testi di Magda Czapinska.

La voce multirazziale quasi sussurrata e contenuta, una chitarra soprano e linee di basso flessuose, piano acustico loop, timpani e percussioni creano una rete di ragnatele ed etere prima che il tempo cambi e tutti I suoni sembrino sanguinare in una calda coltre sonora con le notevoli emozioni di questa musica tutte in mostra. “Are yuo Goin with Me“, il singolo originale di questo set, è un brano strumentale con voce senza parole che di evolve dall’arrangiamento che si trova nell’opera discografica “Oframp” in qualcosa di molto più popolare e misterioso. “Czarne Slowa” (Black Words) della Jopek è una canzone d’amore profondamente triste, guidata dal pianoforte, un ballata con sfumature cupe che accennano a un intricato inno folk-jazz. La nostalgica “By on Byl Tu” (Let ot Stay – da Travels del Pat Metheny Group), diventano un inno di nostalgia e ritorno a casa con la chitarra classica del chitarrista baciata dal piano, dal contrabbasso e dalla batteria di Mozdzer.

Ma nella voce rotonda, calda e apparentemente senza età della Jopek, questa canzone è quasi una ninna nanna, con una splendida interazione tra gli strumenti.
L’emissione domestica di questo cofanetto contiene due bonus track, incluso un brano dal vivo. I fan di Metheny che non potevano permettersi l’importazione dovrebbero saltare su questo a Inara George, cantante, compositrice e metà compositrice dei Bird & the Bees, le registrazioni da solista dell’artista spaziano dalle Indie-Rock e Jazz agli standard della musica leggera quindi popolare e dello stile Tropicalia. Quando questa cantante non esplora l’intersezione tra la Musica Jazz, il genere Tropicalia e quello delle Indie con Bird and the Bee, altro gruppo vocale, un duo che mescola la canzone tradizionale indiana rilassata, con testi giocosi e ottusi per una combinazione vincente. Come ho accennato la cantante si chiama Inara George ed insieme al polistrumentista Greg Kurstin si sono specializzati in un aggiornamento consapevole sullo Swinging-Easy- Listering.

Basati allo stesso modo dell’intelligente New-Wave e sulla musica da scapoli dell’era spaziale, i Bird and the Bee che pubblicarono un opera discografica omonimo nell’anno 2006, seguito da diversi EP. Mentre si preparava per il secondo lungometraggio del duo, Inara George ha anche trovato il tempo per tornare al suo progetto, collaborando con il veterano (e amico di famiglia) Van Dyke Parks per On Invitation pubblicato nell’anno 2008[…]”.

Questa opera discografica Upojenie (Ecstasy) è il Jazz internazionale come poesia in movimento.

Anna Maria Jopek è un’importante cantante polacca. E’ un’artista che ha seguito un percorso culturale per quanto riguarda la tradizione della musica e della canzone polacca, canzoni tradizionali della sua terra e temi riguardanti la musica folk. Quando all’inizio del nuovo secolo, il Millennio Anna Maria Jopek incontrò il polistrumentista, il chitarrista americano Pat Metheny essa si innamorò della sua musica, una musica che dava la sensazione che arrivasse da un’altro pianeta, gli arrangiamenti che il musicista elaborata per le sue opere, sembravano da un aldilà oltre l’arcobaleno proprio così. La sua sperimentazione va oltre l’universo, è una musica immortale che non avrà fine, essa oltre ad essere come dicevo immortale e una musica infinita e ogni volta che Metheny produce nuove musiche sembrano al passo con i tempi e oggiornate, in questo il musicista americano è veramente pieno di idee e queste sue idee sono prolifiche perché è lui stesso che ama trasgredire e andare oltre, sull’infinito dove l’universo riserva sempre delle grandi sorprese, come la scoperta di nuovi pianeti e nuove stelle.

Pat Metheny diventa presto insegnante all’Università di Miami nello Stato della Florida ed alla Boston Berklee College of Music, nella città di Boston nello Stato del Massachusetts, grazie al celebre vibrafonista Gary Burton. Dalla prima opera discografica del 1975 (Brigth Size Life, con il grande bassista Jaco Pastoirus) ad oggi il chitarrista ha avuto un crescendo di consensi sia da parte della critica specializzata, ma soprattutto da parte del pubblico, il suo pubblico che lo segue tutt’ora, anche quando a sviluppato nuove esperienze spingendosi fino al Free-Jazz con il sassofonista Ornette Coleman. La sua produzione musicale si sviluppa su più filoni Paralleli: il Pat Metheny Group, lavori solisti, duetti ed altre partecipazioni di progetti anche con altri artisti. Il polistrumentista ha inoltre vinto tre opere discografiche d’oro e venti Grammy Award. Insieme al pianista Lyle Mays, Metheny ha fondato la formazione del Pat Metheny Group nel 1976, e incidendo le prime opere discografiche con la label tedesca ECM Records.

Da allora è stato uno dei rari esempi di musicista professionista ad avere una formazione jazz capace di raggiungere il grande pubblico, senza tuttavia cedere a tentazioni squisitamente commerciali. Il gruppo ha sviluppato negli anni uno stile decisamente riconoscibile, fatto di dense orchestrazioni spesso unite al contrappunto classico eolo ibridato dalla World-Music, in special modo quella Sudamericana e Mediterranea. Metheny inoltre si occupa delle melodie, Mays delle complesse armonie. Frequente e il ricorso ai tempi compositi, fra i più particolari si ricordano l’inizio del brano “First Circle” del 1984 (ECM Records), che adotta un battito di mani di 22/8, oppure “5-5-7″del 1989 che alterna la successione di tempi dispari che da al brano il titolo alla composizione. Nel corso degli anni Pat Metheny è stato anche tra i primi chitarristi a capire le potenzialità del Synth per chitarra (Rloland Gr. 800), cambiando radicalmente ed esplorando nuovi orizzonti nei suoni per chitarra, ad esempio cercando di imitare anche il suono delle trombe. Utilizzerà anche il Dauelectro Coral Sitar Guitar nel celebre brano “Last Train Home” e “Minotauro Six Eight“, prodotti nell’anno 1987 oppure nel celebre brano “Are You Going with Me”, dove Metheny si dilunga in un lunghissimo assolo pieno di suoni prodotti da in synthetizer: “Le chitarre Daulectro erano principalmente conosciute per il loro aspetto sorprendente e la convenienza. Tuttavia, hanno anche portato un suono unico senza uguali fino ad oggi. Daulectro potrebbero essere il primo nome a cui si pensi alle chitarre, ma l’azienda più famosa per gli strumenti economici e il design unico è stata la patria di alcune delle innotazioni più distintive nella storia della chitarra.

Le chitarre Danelectros, un tempo vendute per meno di un quarto di Fender o Gibson sono ora famose per la loro qualità e unico stile.
Ma l’uomo dietro a tutto ciò non ha nemmeno suonato, ecco come ha cambiato il volto dell’industria delle chitarre.
A metà degli anni Trenta, Natan Nat Daniel, figlio di immigrati lituani, nato a New York, stava costruendo amplificatori di sua progettazione. Daniel aveva progettato e prodotto un circuito un amplificatore push-pull molto più efficiente della tecnologia esistente. Aprendo il suo primo laboratorio in un lotta di l’opera Manhattan, nasce la Daniel Electrical Laboratories. Il primo cliente di Daniel non era altro che Epiphane […]”.

Inoltre nel 1981 si unì alla formazione il contrabbassista e bassista elettrico Steve Rodby. Con il batterista Paul Wertigo e il vocalist polistrumentista argentino Pedro Aznar si è raggiunta così la più alta espressione del Pat Metheny Group. Al gruppo si sono poi nell’andare del tempo affiancati altri artisti, la cui collaborazione è rimasta limitata a poche opere discografiche, rendendo la formazione abbastanza fluida: degna di nota è la partecipazione di Richard Bona, poliedrico bassista di origini africane, nella registrazione dell’opera “Speaking of Now“, prodotta nell’anno 2002 e del successivo live uscito nel 2003. Mentre per la cantante polacca Anna Maria Jopek, amante della canzone e in particolar modo quelle tradizionali della sua terra e il folk.

Figlia di Stanislaw Jopek, celebre cantante dello stile Mazowsze, importante formazione folk polacca. Anna Maria Jopek si l’aurea all’Accademia Musicale Chopin di Varsavia in Polonia, ha rappresentato la Polonia al Festival dell’Eurovision nel 1997, classificandosi undicesima. Si è quindi trasferita per un breve periodo a New York dove ha studiato Musica Jazz, tecnica d’improvvisazione e replica di canto jazz. Si è poi esibita in molte serate nei locali più importanti di New York. All’inizio del nuovo Millennio è notata da Pat Metheny che dopo un concerto del chitarrista americano tenuto a Varsavia, la cantante Anna Maria Jopek che aveva assistito alla performance del musicista va nel suo camerino per congratularsi e gli chiede di collaborare con lei, alla realizzazione di un progetto, nasce così l’opera discografica Upojenie (Ecstasy) in inglese. Questo progetto sia per lei che per lui è il momento di maggior successo, solo perla presentazione dell’opera, riempiono per tre serate di fila l’auditorium della Sala Kongresowa nella capitale polacca. Nel 2008 Anna Maria Jopek è invitata ad un importante festival europeo, il Festival Folk di Londra.

A cura di Alessandro Poletti – Foto Repertorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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