È iniziato “da qualche mese il primo lotto dei restauri” sulle opere d’arte, in tutto 14 mila, recuperate dalle macerie del sisma sul territorio marchigiano. Il primo lotto “può contare su un finanziamento di 250 mila euro, mentre per il secondo lotto di intervento occorre ancora attendere qualche settimana”.

Lo storico dell’arte della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio delle Marche Pierluigi Moriconi, apre le porte del deposito della Mole Vanvitelliana di Ancona, uno degli 8 “ospedali dell’arte ferita”, così li chiama, dislocati nella regione e che hanno accolto dipinti, statue, candelabri, arredi sacri, affreschi e migliaia di frammenti.

“Subito dopo le prime scosse – racconta – ci trovammo di fronte alla necessità di individuare degli edifici dove trasferire le opere recuperate dalle macerie, grazie anche al prezioso contributo dei carabinieri tutela del patrimonio culturale, di vigili del fuoco e volontari.

Il Comune di Ancona ci mise a disposizione quest’ala della Mole e fu una svolta”. Moriconi, assieme alla soprintendente Marta Mazza, solleva la “necessità di realizzare un deposito permanente dove ricoverare le opere d’arte in caso di calamità o semplicemente per restaurarle”.

“Sono opere che hanno un valore identitario molto alto – dice Moriconi -, una volta restaurate ritorneranno nei loro luoghi di appartenenza o in strutture che verranno realizzate per renderle fruibili alla gente del luogo e ai turisti. Devono tornare nei loro territori, è un dovere che sentiamo ne confronti delle popolazioni terremotate, perché lo abbiamo promesso”.

A cura Ansa – Foto Claudio Stanco

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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