Non farei percentuali, ma quanti tifavano perché fosse Carlo Ancelotti il nuovo CT della Nazionale italiana? Credo tanti, sicuramente la maggioranza di coloro che seguono il calcio ed attendono di sapere il nome di colui che dovrà tentare di risollevare le sorti di un’Italia fuori dal Mondiale di Russia e letteralmente da rifondare.
Ancelotti incarnava probabilmente la figura ideale da abbinare alla Nazionale, stimato da tutti, capace, bravo ed esperto per sedersi su una panchina scomodissima, ed oltretutto è meglio arrivare per costruire che dopo una vittoria.
Invece Carletto ha deciso per il no, magari perché i soldi non sono abbastanza ed indubbiamente ci sono club importanti disposti ad allargare la borsa per portarsi a casa un uomo di affidabilità certificata; magari ci si è pure messo di mezzo il fatto che c’è una bella differenza dallo stare quotidianamente sul campo e farlo invece per pochi giorni l’anno, oltretutto con le inevitabili pressioni di Società, procuratori e stampa, perché volete che nessuno intervenga a dire all’allenatore, anzi al Commissario Tecnico, dell’Italia chi chiamare e come giocare?
Ancelotti è uomo di campo e pure se per capacità, carattere ed esperienza sarebbe decisamente in grado di calarsi in un’altra dimensione, ha preferito declinare un invito prestigioso ma anche “scomodo”, scegliendo di attendere altre offerte che stento a credere non siano già arrivate.
Personalmente ai motivi del no aggiungerei anche la pochezza del nostro calcio, perché i club possono usufruire dell’apporto degli stranieri, ma la Nazionale deve “arrangiarsi” con gli indigeni che, al di là delle esaltazioni di una stampa spesso assoggettata a questo e quel potere (un posto in tribuna stampa è spesso “carissimo” e lo si conquista usando malissimo la penna), offre poco quando si deve uscire dall’orticello nostrano e da un campionato che è combattuto ma tecnicamente davvero mediocre.
Chi rimane dunque per la poltrona azzurra? A quanto si sente in giro i candidati restano Mancini ed il sor Ranieri, che un’esperienza simile l’ha già vissuta sulla panchina della Grecia; il Mancio dal ciuffo ribelle, spesso superpagato rispetto ai risultati raggiunti, può certamente fare uno “sforzo” economico e poi è davvero ancora così ambito dai grandi club per rifiutare eventualmente l’Italia? Il problema semmai è che ha l’abitudine di far spendere vagonate di soldi per acquisti che ripudia tra il mercato estivo e quello invernale e come farà visto che in Nazionale non puoi certo andare al supermercato per fare la spesa?
Il discorso su Ranieri è invece diverso, sotto tutti i punti di vista, perché Claudio è l’opposto di Mancini quanto a carattere, anche se con lui sulla panchina azzurra occorrerebbe che la Federazione fosse certamente più presente ed al fianco di un CT che non sempre è stato apprezzato dalla stampa nostrana e basta ricordare le risate di qualche gentile collega dopo l’esonero in Grecia, salvo poi saltare prontamente sul carro del vincitore a Leicester, con lo stile che in Italia abbiamo imparato sin troppo bene!
Maggio è ormai dietro l’angolo e per l’inizio del mese ci hanno promesso il nome di chi guiderà l’Italia verso il prossimo Europeo, staremo a vedere cosa uscirà dal cilindro, magari una sorpresa sino ad oggi neppure sussurrata, ma quello che è sicuro è che sarà una bella gatta da pelare, chiunque sia il “fortunato prescelto”, da cui ci si attendono risultati e vittorie, che sono difficili con Messi.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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