Ammazzate oh

Chi l’avrebbe detto che dopo l’1-4 del Camp Nou, la Roma avrebbe fatto il “miracolo” di ribaltare la situazione contro il grande Barca di Messi? Dire di provarci era cosa ovvia, mica si può andare a dire certe cose davanti ai taccuini ed ai microfoni, che poi i tifosi e la Società cosa pensano? Però, oggettivamente, pareva una situazione compromessa oltre la disperazione sportiva.
Invece in una serata di gran calcio ed ancor più grande carattere, i giallorossi hanno rimandato i blaugrana a casa e con le pive nel sacco! Il tutto meritatissimamente, perché dopo i molti errori in Spagna, i ragazzi di Di Francesco hanno saputo fornire una prova di grandissima attenzione e concentrazione.
Un po’ di merito va probabilmente dato anche a quella sana follia che prende chi non ha più nulla da perdere (sportivamente parlando) ed in campo abbandona le paure che invece erano emerse chiaramente all’andata e causato due autoreti evitabilissime ed errori sotto porta che in altre occasioni erano diventate gol.
Mettiamoci poi anche un Barcellona che non è apparso nel momento migliore della stagione, e che già nel 4-1 a suo favore aveva lasciato troppo spazio e troppe occasioni che, per fortuna di Messi e c., i romanisti non erano stati capaci di sfruttare.
I Catalani hanno impostato il loro solito gioco fatto di tocchetti e di inserimenti improvvisi, ma evidentemente hanno anche ritenuto di essere già qualificati, o comunque che la “pratica” non necessitasse di concentrazione ed attenzioni che quando ti mancano non le ritrovi allo schioccar delle dita.
Chi ha letto il mio articolo sull’andata delle italiane in Champions, ricorderà che avevo criticato abbastanza aspramente i romanisti, soprattutto per quella mania di lamentarsi e tirare sempre in ballo la sfortuna, anche quando bisognerebbe farsi prima un bell’esame di coscienza e valutare i propri errori; poi la Roma era anche stata sfortunata, ma com’è che oggi che si è vinto si lascia spazio solo ai meriti e la dea bendata non viene mai nominata neppure di striscio? Che funzioni a giorni alterni e solo quando si perde?
Al di là di tutte queste considerazioni, il passaggio del turno è meritatissimo per quanto visto (o non visto) in campo, perché la Roma ha giocato o comunque ci ha provato per centottanta minuti, mentre gli spagnoli hanno pensato di essere già qualificati dopo novanta solamente e commesso, a loro volta, troppi errori di sufficienza o magari di “spocchia” che hanno pagato a carissimo prezzo!
A chi dare la palma per quanto visto in campo? A mio modesto parere Edin Dzeko merita ampiamente di essere considerato il migliore dei suoi; il centravanti bosniaco non sarà un’esteta del calcio, non ha colpi di classe pura e qualche volta fa storcere un po’ il naso, però quello visto martedì sera è il prototipo del calciatore che da tutto ciò che ha in corpo, pressa, morde, si propone e finalizza al meglio, tenendo da solo tutto l’arco dell’attacco ed aiutando i compagni come meglio non si potrebbe.
Discorso analogo lo farei per De Rossi, finalmente degno capitano senza quelle inutili isterie che spesso hanno costellato la carriera di Daniele; duro il giusto, sempre attento a spezzare le trame altrui e bravo nel prendersi la responsabilità di calciare il rigore che avrebbe portato la Roma ad un passo dal ribaltare il risultato.
Come i due citati, mettere Manolas e Fazio, entrambi assai concreti nelle occasioni in cui il Barca si è portato dalle parti di Alisson, con il greco bravissimo anche a girare in rete la palla della qualificazione, su cross del turco Under.
Probabilmente il solo al di sotto del proprio livello è stato il belga Nainggolan, reduce però da un infortunio ed a volte troppo egoista e poco lucido, cose che lo hanno portato spesso a commettere errori che non sono nel suo repertorio.
Sembrava già tutto scritto ieri sera all’Olimpico ed invece da scrivere c’era una prestazione da grande Roma ed una semifinale a cui forse nessuno credeva, ma che dimostra come spesso fare fatti (molti) sia molto più produttivo che dispensare (troppe) parole.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Iorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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