Non sempre chi fa sport nasce fuoriclasse, cioè con quel dono di Dio che gli permette di essere al di sopra di tutti; però accade anche sempre, negli sport di squadra, che chi nasce fuoriclasse abbia bisogno di una “spalla”, di qualcuno che gli stia al fianco e faccia il così detto “lavoro sporco”, fosse anche solo il …. correre…. anche per il “fenomeno”.
Di questa categoria, la “spalla” fa parte un signore nato nella Città di San marino il 13 ottobre 1959: Massimo Bonini.
Cresciuto nel settore giovanile della Juvenes, Massimo veste poi le maglie di Bellaria e Forlì, mettendo in mostra qualità indispensabili per un centrocampista che non ha piedi da regista: corsa, resistenza fisica, contrasto, recupero palla e ripartenze.
A vent’anni ancora da compiere è il Cesena ad acquistarlo; i bianconeri sono in Serie B ed il nuovo allenatore, Osvaldo Bagnoli, vuole una formazione capace di giocare al pallone, ma anche di correre verso il traguardo ambizioso del ritorno in A.
La rosa bianconera annovera una batteria di centrocampo in cui c’è la giusta miscela di esperienza (Maddè, Valentini, Gori) e promettente gioventù (Piraccini, Morganti ed appunto Bonini) e Bonini, dopo il giusto apprendistato, si conquista un posto da titolare ed il 9 marzo 1980 segna anche la sua prima rete in cadetteria, quella che da la vittoria (2-1) casalinga contro la Sambenedettese.
Il Cesena termina la stagione al quarto posto, solo due punti dietro il Brescia, terzo, mettendo le basi per quella successiva, quando una Serie B di lusso (nell’estate 1980 scoppia lo scandalo del calcio scommesse) vede ai nastri di partenza Milan, Lazio, Genoa, Sampdoria, giusto per fare qualche nome ….
Bonini è uno dei pilastri del centrocampo di Bagnoli ed il Cesena non si lascia sfuggire l’agognata promozione: 48 punti, alla pari con il Genoa, dietro il Milan che di punti ne conquista 50; Massimo Bonini oltre al gran correre e difendere, mette a segno tre reti preziose, il 9 novembre (2-1 a Taranto), e poi il 14 e 21 giugno, a Foggia (3-1 per il Cesena) e nel 2-0 casalingo ai danni dell’Atalanta.
Ormai per Bonini è tempo di fare il salto di qualità, e la Serie A appena conquistata la gioca sempre in bianconero, ma quello della Juventus! L’esordio ha un sapore tutto particolare, perché arriva il 13 settembre 1981 proprio contro il Cesena, un 6-1 da ricordare per Massimo, che entra al ’54 al posto di Tardelli e si merita un bel 7 in pagella!
In bianconero la strada è sbarrata dal correre di capitan Furino, ma nella stagione successiva, arriva in bianconero Platini ed il vecchio capitano, di tredici anni più vecchio di Bonini, deve lasciare strada al giovane “sette polmoni” che corre per lui e per il fenomeno francese; con la Juventus, Bonini disputa sette stagioni, scendendo in campo 192 volte e mettendo a segno cinque reti, con un palmares di vittorie in cui non manca alcun trofeo, italiano od internazionale che sia.
Nell’estate 1988 Bonini veste la maglia del Bologna, e dopo altri cinque anni trascorsi a correre in ogni zona del campo, ritorna a vestire la prima maglia, quella di casa, quella della Juvenes, per poi intraprendere la carriera di allenatore e/o dirigente, con la Nazionale di San Marino, la panchina del Cesena primavera e, dopo un biennio, la direzione tecnica del settore giovanile cesenate; quindi un triennio ad allenare la formazione della Oakland University a Detroit ed ancora il ritorno a San Marino, come Direttore Tecnico della Federazione del Titano.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Valerio Casadei

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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