Quanta nostalgia c’è spesso nel ricordo e quanta nostalgia nel ripercorrere strade e tempi passati, magari con quel tantino di retorica che non guasta mai, anche se oggi, per chi non l’ha vissuta direttamente, la storia sembra un tempo distante e sorpassato.

A Cesena come dimenticarsi di colui che ha “creato” il calcio, di chi insieme a Renato Piraccini ed Arnaldo Pantani ha fondato il Cesena? Il mitico ed affascinante Conte Alberto Rognoni, uomo poliedrico, capace di scrivere ed inventare la storia di un pallone sempre nuovo un giorno dopo l’altro.

Nato a Cesena, il Conte di Calisese, è stata figura affascinante in un mondo del calcio certamente diversa da quella odierna, più pura e vera, anche se già allora non mancavano polemiche e situazioni tutt’altro che limpide, che Rognoni combattè in ogni modo e con comportamento anche geniale in certe trovate sublimi per l’inventiva dimostrata.
Presidente del Cesena per ventiquattro anni, poi editore e Direttore del Guerin Sportivo, Rognoni fu poi parte importantissima della Lega calcio, da cui uscì ufficialmente solo poco tempo prima della sua morte, avvenuta a Milano il 25 febbraio 1999, a ottantuno anni.

Carismatico, raffinato, polemico, Rognoni è stato giornalista graffiante, con la sua intelligenza ed un’ironia sopra le righe, che hanno determinato i successi del Guerin Sportivo e delle sue “creazioni”, come il “Processo al calcio” che letteralmente inventò nella Cesenatico degli anni ’60, quelli d’oro della località adriatica.

Calciatori, Presidenti, allenatori, giornalisti, arbitri, seduti tutti insieme per discutere di calcio senza essere i “nemici” che per tutto il campionato si erano affrontati spesso senza troppi complimenti; tutti insieme per un processo in piena regola e con sentenze emesse davanti ad una bottiglia di Sangiovese e di Trebbiano, un fritto di pesce od un gustoso brodetto.

Personaggio tra i personaggi, il Conte Rognoni godeva, tra chi ha fatto la storia del nostro Paese in quegli anni, di grandissima considerazione, proprio per il suo modo di essere, per un carisma che fece fare ad Enzo Ferrari un ritratto che vorrei riproporre:

“Conte Alberto, principe di Romagna, Signore del paradosso, imperatore del sogghigno. Essere graffiati dal suo bruciante sberleffo è passaporto per la notorietà. Prototipo di quella razza eletta, lui, ferrarese di nascita, per la quale o sei romagnolo o non sei nessuno. Tollerati i sudditi emiliani, il resto è barbarie. 
Con me è sempre stato tenero perché vanto appendici romagnole con mia madre, che era di famiglia forlivese. 
Sapone all’olio d’oliva. Insomma, la fantascienza sportiva e politica di Rognoni, all’insegna del paradosso, mi diverte molto. L’intelligenza merita riconoscimento“.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Arnaldo&Valerio Casadei

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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