Cesenate purosangue, essendo nato in riva al Savio il 18 maggio 1977, Gianni Comandini dimostra sin da ragazzino di saperci fare con il pallone tra i piedi e di essere dotato di una capacità sempre assai apprezzata per un attaccante: vede la porta!

Dopo le giovanili e l’esordio in prima squadra nella stagione 1995-96, Comandini viene ceduto in prestito al Montevarchi (Serie C1), dove mette insieme 28 presenze, segnando tre reti, e si guadagna il ritorno a casa, dove contribuisce alla vittoria in Campionato, che permette al Cesena di riconquistare la Serie B.

Le sue sei reti non passano certo inosservate, ed il direttore generale del Vicenza, Sergio Gasparin, acquista il suo cartellino, con l’impegno di lasciarlo però ancora una stagione in bianconero.

Quattordici reti mette a segno Comandini nella seconda stagione cesenate ed il trasferimento in Veneto gli permette di mettersi ancor più in evidenza, dato che anche grazie alle sue venti reti, i biancorossi ottengono la promozione in Serie A.

E’ l’estate 2000 e Comandini è uno dei protagonisti del calcio mercato; è il Milan ad aggiudicarsi il suo cartellino, sborsando la considerevole cifra di venti milioni circa, e da questa punta ormai matura per il grande salto in Serie A ci si attendono tutti grandi cose.

L’inizio rossonero è davvero ottimo, tanto che Comandini va a segno nel girone di Champions League, nel 3-1 rifilato alla Dinamo Zagabria; sembra la conferma delle sue grandi doti, ma a fine stagione le presenze in campo sono solamente tredici, con due reti nel ridondante 6-0 rifilato nel derby ai cugini dell’Inter.

Il sogno milanese dura solamente un anno, dato che nell’estate 2001 è ceduto all’Atalanta per trenta milioni (la cifra più alta spesa per un giocatore dalla Società bergamasca); in nerazzurro, Comandini, disputa due stagioni e mezzo, condite da sole quarantasette presenze e sole sette reti.

Così, nel gennaio 2004 passa al Genoa, dove la cose non vanno meglio né in termini di partite giocate, né di reti segnate, tanto da ritornare a Bergamo e trasferirsi quindi alla Ternana, con una sola certezza: quella di aver smarrito la strada che ne aveva fatto una grande promessa, rimasta però tale.

Nel 2006, a causa di persistenti problemi fisici, Comandini lascia il calcio, a soli ventinove anni; si interrompe così la carriera di un ragazzo che aveva lasciato intravvedere un grandissimo potenziale, rimasto però inespresso, come a volte capita nel mondo del calcio e non sempre per colpa di calciatori ai quali si chiedono risultati, senza concedere loro il tempo di adattarsi al crescere di livello che ovviamente va di pari passo con l’ambizione ed il prestigio delle formazioni in cui si gioca.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Valerio Casadei

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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