Dopo la quarta sconfitta su undici giornate di campionato, diventa impossibile relegare il momento della Juventus all’interno del solito punto settimanale sulla Serie A; quattro partite perse, come quelle vinte, quindici reti segnate ed altrettante subite, numeri che con la Juventus hanno poco a che vedere, Ronaldo o non Ronaldo. La decisione di richiamare Allegri, dopo il licenziamento di due estati fa, aveva risvegliato le “ambizioni” di una Società appena salvatasi dall’esclusione in Champions, reduce sì dall’aver vinto, ma non così tanto quanto era da pronostico e soprattutto quella Coppa dalle grandi orecchie per cui si era chiamato a Torino il meglio del calcio europeo e mondiale, ovvero CR7.

Sarri e Pirlo avevano sostanzialmente fallito il loro compito, oltretutto senza essere in grado di trasformare il gioco opportunistico (ma efficace) di Allegri in quello che è comunque uno dei piaceri del pallone, ovvero il bel gioco; ecco allora il ritorno all’antico, quella che qualcuno ha previsto fosse una minestra riscaldata e quindi poco logica da mettere sul …. fuoco.

Allegri ha probabilmente immaginato giorni di rivincita sui suoi detrattori, il ritorno di quella Juve sparagnina ma vincente, fidandosi di promesse che certo gli sono state fatte, ma pure di una libertà d’azione che chissà se davvero ha poi avuto ….
Ciò che gli hanno promesso non è poi così difficile da immaginare …. epurazione di qualche nemico ed acquisti mirati, supportati economicamente dalla cessione di quegli elementi osannati al loro arrivo, ma nei fatti dimostratisi utili quanto le figurine …. ad aprile, giusto per fare un esempio, c’era chi aveva scritto della cessione certa di Rabiot e Ramsey, due parametri zero (ma con allegate commissioni milionarie ai loro agenti) che effettivamente zero hanno dato alla Juve …. Se poi ci mettiamo la decisione, a fine mercato, di CR7 di lasciare la compagnia, senza essere adeguatamente sostituito (almeno in termini di reti segnate), ecco che la questione si fa difficile anche per uno come Max da Livorno, che un tantino di ruggine se la deve inoltre scrollare di dosso …. e se poi è vero che non ha visto partite per due anni ….

Empoli e Sassuolo a Torino, Napoli e Verona fuori casa, hanno sino ad ora “matato” la Juve, una Juve che anche quando ha vinto è parsa in ogni caso asfittica, incapace di dare forza, ritmo ed inventiva al suo gioco e non sempre basta una rete per avere ragione dell’avversaria ….
Immagino quale possa essere ciò che si vive nello spogliatoio bianconero, ma certe dichiarazioni dei grandi vecchi rimasti sull’ex Ronaldo mi sono sembrate una sorta di scaricabarile, fatto ovviamente in un momento di striscia vittoriosa, peraltro presto terminato; CR7 non c’è più ed è quindi facile dire che lui era il vero male della Juve, sue le colpe delle mancate vittorie ….

Peccato che adesso non ci sia altro parafulmine, colui al quale dare palla e poi che si aggiusti (cosa che ha fatto egregiamente visto il centinaio di reti messe a segno in tre stagioni), ammesso e non concesso che il “colpevole” sia Allegri, come da molte parti arrivano le accuse, dato che si fa presto a saltare giù dal carro su cui si è saliti, dispensando bava lumachesca in quantità industriali …. sino a che va bene ….
Juve che con la sconfitta di Verona dice addio allo Scudetto? Più che la sconfitta (per quanto brutta) direi che a preoccupare è la mancanza di un gioco, della voglia e della fame che hanno sempre accompagnato i bianconeri e che neppure l’odierno Allegri ha saputo tirare fuori da un gruppo “moscio” e probabilmente alquanto sopravvalutato …. ma probabilmente mi sbaglio ….

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Lapresse

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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