L’Italia in questi giorni sta vivendo una vera e propria emergenza siccità.
In particolare sul versante padano, dove le temperature superano abbondantemente i 30 gradi, la pioggia latita ad arrivare, anzi è assente da un pezzo, e il bacino dl Po e dei suoi affluenti sta diminuendo sempre più.

Parma e Piacenza hanno chiesto ed ottenuto lo stato d’emergenza nazionale.

Quasi tutta la regione è a rischio, urge prendere immediati provvedimenti, come sostiene anche Carlo Piccinini, presidente della “Fedagri/Confcooperative Emilia-Romagna”.
“Se questa situazione di siccità persisterà a lungo e non sarà possibile irrigare facilmente e con continuità i campi, oltre all’emergenza in corso per le colture seminative e orticole, ce ne sarà una nuova e ancor più grave per la raccolta della frutta e la vendemmia.

Per consentire agli agricoltori le deroghe ai prelievi di acqua e il superamento del deflusso minimo vitale per irrigare i campi” ,sottolinea Piccinini, “servono procedure burocratiche snelle, veloci e con corsie preferenziali. Se invece ostacoliamo la presentazione di queste richieste con eccessivi adempimenti amministrativi e creiamo troppe sovrapposizioni tra gli enti coinvolti, rischiamo di non ottenere il risultato da tutti sperato”.
Un monito dunque alla burocrazia che deve smettere di essere un impiccio ed iniziare ad essere ciò per cui i cittadini la ritengono utile, ossia una risorsa.

“Da mesi seguiamo da vicino il problema della siccità insieme alle altre organizzazioni agricole e all’assessore Simona Caselli; siamo fortemente preoccupati per tutti i settori coinvolti. In particolare, ci aspettiamo ingenti danni per le produzioni frutticole della nostra regione e per la prossima vendemmia, per la quale si può già stimare un calo produttivo attorno al 10% dovuto alla siccità”.
“Siamo convinti” ,aggiunge Piccinini, “che servano anche forme di sostegno concrete agli agricoltori particolarmente colpiti dalla carenza cronica di precipitazioni, come agevolazioni o sgravi fiscali. Nella parte occidentale della regione, molte imprese sono già alle prese con una situazione compromessa. Conserve Italia, ad esempio, ha già tagliato oltre 300 ettari di mais nell’areale piacentino, annunciando anche una resa produttiva inferiore del 20% per la raccolta del pisello in corso, riduzione che in alcune aziende tocca quote del 40 e 50%”.

Anche nel resto d’Italia la situazione si sta aggravando, soprattutto nel Lazio, in particolare nelle zone adiacenti il lago di Bracciano, ormai ridotto poco più che a una palude.
Il tutto con gravi conseguenze per l’agricoltura e il raccolto, col rischio fallimento per molte aziende, e di prodotti di bassa qualità.

A cura di Giacomo Biondi e
Ufficio Stampa Confcooperative Emilia Romagna

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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