Ayman al-Zawahiri è stato ucciso in un attacco americano compiuto con un drone dalla Cia a Kabul. Sul capo di al-Qaeda, che aveva 71 anni, c’era un taglia da 25 milioni di dollari offerta dal Dipartimento di Stato. Secondo un rapporto dell’Onu, fino al giugno del 2021 al-Zawahiri si nascondeva in una località di confine tra Afghanistan e Pakistan.
A un anno di distanza dall’addio all’Afghanistan, gli Stati Uniti infliggono un duro colpo ad al-Qaeda. In un raid condotto con un drone è stato ucciso il leader dell’organizzazione terroristica, Ayman al-Zawahiri. Braccio destro di Osama bin Laden e poi suo successore dopo l’uccisione del primo leader di al-Qaida nel il 2 maggio 2011, al-Zawahiri è stato uno degli uomini chiave negli attacchi dell’11 settembre.
Nato in Egitto nel giugno del 1951 in una famiglia agiata a borghese, al-ZawahIri – medico e chirurgo – si era avvicinato ai movimenti jihadisti da giovanissimo, a soli 17 anni, prima di laurearsi. Entrò nella jihad islamica egiziana nel 1979, diventando ‘emiro’ (comandante) responsabile per il reclutamento.
Nel 1981 finì in carcere durante una ondata di arresti di integralisti islamici in seguito all’assassinio dell’allora presidente Anwar Sadat. Rimase in prigione quattro anni per porto abusivo di armi, perché gli inquirenti non riuscirono a trovare elementi contro di lui su un coinvolgimento dell’omicidio del presidente egiziano.
Uscito di prigione nel 1985, al-Zawahiri andò in Arabia Saudita, e poco dopo si spostò in Pakistan, dove conobbe bin Laden. Ultima tappa l’Afghanistan, all’inizio degli anni novanta. Oltre agli attacchi dell’11 settembre, al-Zawahiri si è attribuito la ‘paternità’ dell’attacco a Charlie Hebdo del 2015 a Parigi, che avrebbe ordinato personalmente. Sulla sua testa gli Stati Uniti avevano messo una taglia da 25 milioni di dollari.
A cura di Televideo – Foto Ansa/Getty Image