Nella seconda giornata di riposo del Giro d’Italia, alla vigilia dell’ultima settimana, quella decisiva per la corsa rosa, arriva il momento di fare il punto della situazione, con la classifica che vede sempre il giovane Almeida in rosa, tallonato a soli quindici secondi da Kelderman a sua volta seguito dall’altro Sunweb, Hindley.

Più staccati, ma non fuori dai giochi, Geoghegan Hart, Bilbao, Majka e poi i nostri Nibali e Pozzovivo, usciti piuttosto malconci dal doppio impegno cronometro/Piancavallo, ma di sicuro ancora desiderosi di battersi; nessuno, a mio modesto parere, è ancora vincitore o sconfitto, anche perché i quattordicimila metri di dislivello ancora da affrontare potrebbero ribaltare la classifica.

Si fa presto su certe strade ad andare in crisi, perché la fame, il freddo, possono giocare brutti scherzi e per questo chi è davanti, ed è più giovane, farà bene a non fidarsi dei “vecchietti” di casa nostra; può darsi sia solo una vana speranza quella di vedere Vincenzo, ma anche Domenico, protagonisti su verso i Laghi di Cancano o il Sestriere, ma fossi in Almeida e soci cercherei sempre di guardarli bene in faccia mentre si sale o si affrontano discese a capofitto.

In questo giorno di riposo, dove ci sarà l’ennesimo “giro” di tamponi, auguriamoci tutti negativi, viene il momento di parlare non solo dei corridori, ma anche di ricordare tutti coloro che fanno parte della corsa rosa, centinaia di persone che lavorano alla buona riuscita di questo mastodontico agglomerato che si chiama Giro d’Italia.
In questo disgraziato 2020 purtroppo, anche il Giro ha dovuto fare di necessità virtù, lasciando da parte la carovana pubblicitaria, quella che percorreva le tappe anticipando il passaggio della corsa, dopo aver rallegrato in quel villaggio di partenza anch’esso penalizzato assai dal coronavirus, senza l’allegria della gente che girava tra gli stand degli sponsor a caccia dell’immancabile gadget, per poter dire “c’ero anch’io”.

Chi non manca naturalmente sono coloro che lavorano per i team, qualunque sia la loro funzione, anch’essi chiusi in quella grande bolla che, purtroppo, non ha impedito ci siano stati casi positivi, tanto da costringere un paio di squadre a fare anticipatamente le valige.

Al seguito della corsa non mancano poi i giornalisti, radio/televisivi o della carta stampata come del web, poco importa, e con loro i fotografi; tutti in quantità inferiore agli anni passati, tutti impegnatissimi nel raccontare dell’avanzare della corsa, del gruppo, dell’esaltare le gesta di chi va in fuga o del temere per questa e quella caduta, del raccontare la sofferenza di chi affronta il freddo come il caldo, la pioggia come il sole, le grandi imprese come le più difficili crisi.

Poi ancor tanta gente, che corre e lavora con poco tempo per riposare, perché bisogna predisporre il villaggio di partenza e pure l’arrivo, i traguardi lungo il percorso e quelle migliaia di transenne che spesso vengono bellamente ignorate da tifosi che non hanno ancora capito come il calore per i loro beniamini sia identico da due metri piuttosto che da venti centimetri, ed anche meno, quel tifo che usa i fumogeni vicino a chi è in apnea ed ha bisogno di spazio ed aria, invece di un fumo mefistofelico!

Tanta gente, tante persone, che lavorano perché tutto possa svolgersi regolarmente, ed operano anch’essi come chi gareggia, in qualsiasi condizione atmosferica, al seguito o magari senza neppure vedere un minuto della corsa, perché anche questo è il Giro d’Italia, anche questo è il ciclismo.

Questo articolo è dedicato a loro, ai “non protagonisti”, a chi non compare mai ma la cui presenza è indispensabile come quella dei corridori; così la fotografia accanto al titolo è una dedica a TUTTI, con il viso sorridente di Marco Saligari, ex corridore ed inviato Rai sulla moto corsa, incontrato poche decine di metri dopo lo scollinamento del GPM del Barbotto, nella tappa di Cesenatico, quando all’arrivo mancavano centodieci chilometri, tutti percorsi sotto la pioggia battente ed il freddo, dai corridori, ma anche da chi, come Saligari, farà pure meno fatica, ma freddo e caldo, pioggia e sole, li sente eccome.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Patrizia Ferro

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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