AEREO

La confessione dalla madre di un’amica d’infanzia di Andreas Lubitz: avrebbe interrotto la formazione da pilota per esaurimento. Il procuratore di Marsiglia conferma: “Non c’è stato alcun malore in cabina: ha volontariamente azionato il bottone che comanda la perdita di quota” e “nulla fa pensare a un attentato terroristico”. I passeggeri si sono resi conto di quanto accadeva e hanno urlato solo pochi istanti prima dello schianto. Chi era veramente Andreas Lubitz, il copilota che avrebbe causato lo schianto. Lufthansa: “Aveva superato tutti i test psicologici”. 

Andreas Lubitz, il co-pilota del volo Germanwings partito da Barcellona e diretto a Duesseldorf, non era materialmente ai comandi quando l’Airbus A320 si è schiantato su una vetta francese.

Per non far scattare gli allarmi delle decine di sensori che analizzano ogni comportamento anomalo dell’aereo, ha riprogrammato il pilota automatico. Secondo quanto riferisce la Cnn, Libitz con folle lucidità non modificò i parametri della rotta ma variò solo quelli della quota di volo: li settò dai normali 38.000 piedi (11.582 metri) di crociera a soli 100 piedi (33 metri) il minimo, facendo finire la corsa del jet e delle altre 149 persone a bordo molto prima, a 6.175 piedi (1.882 metri). 

La svolta nelle indagini – L’incidente sarebbe stato causato volontariamente dal giovane co-pilota, che avrebbe chiuso il capitano fuori dalla cabina di pilotaggio prima di far precipitare il velivolo e farlo scontrare contro le Alpi francesi. A chiarire la dinamica sono state le registrazioni delle conversazioni audio dell’unica scatola nera recuperata. “Azione volontaria”

Il pm francese, Brice Robin, ha spiegato che il 27enne di nazionalità tedesca ha approfittato di un momentaneo allontanamento del comandante per “bisogni fisiologici” e si è rinchiuso nella cabina. Rimasto “solo al comando” dell’aereo, “ha manipolato i bottoni per azionare la discesa, fino allo schianto”. “L’azione”, ha sottolineato Robin, “non può che essere stata volontaria”.

Le grida dei passeggeri solo negli attimi finali – Dall’audio è emerso che il comandante ha tentato più volte di buttare giù la porta, blindata come previsto dalle norme internazionali. Ma Lubitz aveva deciso: “La sua intenzione era di distruggere l’aereo. La morte è stata all’istante. L’aereo ha colpito la montagna a 700km all’ora. Non credo – ha aggiunto il procuratore – che i passeggeri abbiano capito cosa stava accadendo fino agli ultimi minuti perché nella registrazione si odono le grida solo negli istanti finali”.

Il procuratore non ha voluto usare il termine “suicidio” – Il procuratore non ha voluto parlare di suicidio: “Ci si suicida da soli, non quando si ha la responsabilità della vita di 150 persone. Per questo non ho usato il termine di suicidio”, ha tagliato corto.

Perquisizioni nella casa del copilota – La polizia tedesca intanto ha avviato una perquisizione della casa del co-pilota dell’aereo della Germanwings precipitato. Si tratta di un appartamento di Dusseldorf, dove Andreas Kubitz faceva base per lavoro quando non poteva tornare dai genitori a Montabaur, in Renania. Lo ha reso noto la procura locale.

Si scava nel passato Adesso si cerca di scavare nel passato del giovane, nella sua vita personale e professionale, per capire se ci sia stata una causa scatenante.  “Aveva avuto una fase di depressione” Nel 2008 l’uomo, assunto nel settembre 2013 e con appena 630 ore di volo alle spalle, aveva sospeso l’addestramento: “Era un bravo ragazzo, di buona famiglia, ma aveva avuto una fase di ‘burnout’ (esaurimento da stress, ndr), di depressione”, ha raccontato la madre di una compagna di scuola. Non è chiaro invece perché gli fosse stato consentito di riprendere la preparazione e se sia stata presa ogni precauzione per prevenire il disastro. Lo stesso ad di Lufthansa, Carsten Spohr, aveva confermato che il giovane si era preso alcuni mesi di pausa che gli avevano fatto ritardare l’assunzione in azienda, ma non aveva spiegato le motivazioni e anzi aveva assicurato che Lubitz aveva superato “tutti i test fisici e psicologici”. All’apparenza normale e preparato, oltre a essersi formato alla scuola di volo di Lufthansa, Lubitz aveva ricevuto il certificato di eccellenza della Federal Aviation Administration (Faa), l’organizzazione americana della sicurezza dei voli.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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