Air Italy in liquidazione: è la notizia che in questi giorni si è conquistata le prima pagine di giornali e siti di informazione. A rischio il futuro di 1.450 lavoratori, che rischiano di essere licenziati in tronco senza le tutele previste dalla cassa integrazione.

Air Italy in liquidazione, pronte le lettere di licenziamento per 1.450 lavoratori
L’incontro tra i rappresentanti dei lavoratori Air Italy e il liquidatore Maurizio Lagro non si è certo concluso nel migliore dei modi. Mentre molti speravano di trovare un punto di incontro, o per lo meno di ricevere buone notizie, Lagro ha confermato che la compagnia è intenzionata a procedere con i licenziamenti dei dipendenti in organico, ben 1.450 in totale.

Per questi ultimi, inoltre, pare che la procedura di liquidazione preveda il riconoscimento della Naspi, che garantirebbe loro un’indennità di disoccupazione per un periodo massimo di due anni. Dall’assegno mensile Inps, riconosciuto a tutti i lavoratori che hanno perso involontariamente il loro impiego, saranno esclusi però coloro i quali non sono in possesso dei requisiti contributivi e lavorativi previsti dalla legge.

Addio alla cassa integrazione per i lavoratori Air Italy
Posto dunque che tutti i lavoratori di Air Italy, dopo il licenziamento, si troveranno in uno stato di disoccupazione involontaria (primo requisito per accedere alla Naspi), questi, per avere diritto all’indennità Inps, dovranno vantare: almeno 13 settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione (requisito contributivo), e trenta giorni di lavoro effettivo nei dodici mesi precedenti l’inizio della disoccupazione (requisito lavorativo).

La Naspi ha una durata pari alla metà delle settimane di contribuzione del lavoratore negli ultimi quattro anni, e può essere erogata – come accennato sopra – fino ad un massimo di 24 mesi. Il suo importo inoltre, che è uguale alle retribuzioni ricevute negli ultimi 4 anni diviso il numero di settimane di contribuzione (moltiplicato per il coefficiente 4,33), è destinato a diminuire col tempo. Dal quarto mese in poi, infatti, l’indennità diminuisce del 3% ogni mese.

I lavoratori Air Italy, salvo i casi di esclusione, dopo la messa in stato di liquidazione potranno ricorrere all’indennità Inps nei termini e nelle modalità appena indicate. La brutta notizia, però, è che pare sia da considerarsi esclusa per loro la possibilità di poter usufruire della Cassa Integrazione (o almeno così è emerso a seguito dell’incontro con il liquidatore). Ai dipendenti, pertanto, dopo il licenziamento non verrebbe erogato il trattamento straordinario di integrazione salariale previsto in caso di crisi aziendali.

Air Italy, interviene la Ministra De Micheli
In soccorso ai lavoratori Air Italy, e per cercare di limitare i danni, è scesa in campo la Ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, che si è messa in contatto con i liquidatori chiedendo loro di rimandare l’invio delle lettere di licenziamento destinate ai dipendenti della compagnia (che per legge devono arrivare entro 75 giorni dalla messa in liquidazione).

L’invito fatto alla compagnia, è stato scritto, è quello di “esplorare la strada della cessione del ramo d’azienda per cercare di salvaguardare i lavoratori“. In questo modo si garantirebbe continuità lavorativa e, cosa altrettanto importante, il Governo non dovrebbe fare i conti con l’ennesima crisi dopo il complicato dossier Alitalia rimesso sul tavolo dell’Esecutivo da Ferrovie dello Stato. Per questo motivo. giovedì 20 febbraio, è stato anche fissato un incontro tra sindacati e Governo al MIT.

Quale il possibile futuro di Air Italy
Intanto, sono in molti quelli che si interrogato su quello che potrebbe essere il futuro di Air Italy nel caso di cessione. La Regione Sardegna starebbe studiando la possibilità di ingresso, poiché interessata a garantire maggiore continuità territoriale all’isola. Il possibile intervento regionale, comunque, dipenderà dall’incontro tra il Governatore Christian Solinas con Akbar Al Baker, amministratore delegato di Qatar Airways e socio della compagnia. Quest’ultimo, però, pare nutrire riserve sul modo in cui è stata gestita l’intera faccenda e sul danno che la messa in stato di liquidazione ha causato all’immagine di Air Italy a livello intenzionale.

L’intervento pubblico potrebbe concretizzarsi tramite Sfirs, l’intermediaria finanziaria regionale, anche se resta da capire dove e come verranno trovate le risorse necessarie. Nel frattempo si fa strada anche l’acquisizione da parte di privati. Un nome che continua a saltare fuori, interessato ad investire su una compagnia aerea, è quello di Germán Efromovich, ex presidente di Avianca che dopo Alitalia e l’indiana Jet Airways potrebbe scegliere di puntare tutto sulla rilevazione di Air Italy.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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