E’ morto Fidel Castro. Il Lìder Màximo è venuto a mancare.

Tanti, nel corso della sua lunga vita, avevano provato a farlo fuori, ma lui li ha battuti tutti, decidendo da solo quando abbandonare la scena. Figura controversa quella di Castro, che ha attraversato anni difficili della storia mondiale. Anni di Rivoluzioni (vere o presunte), di Comunismo (dittatura o potere al popolo), e di tanti crimini che lo hanno reso temuto e rispettato.

Quindi bisogna piangere o no la morte di Fidel? Ognuno può pensarla come vuole, ma la dittatura è dittatura e anche se il colore cambia, la ferocia è sempre quella. Prima di lui c’era stato Fulgencio Batista, messo sul trono di Cuba dagli americani per controllare la situazione sull’isola. Anche lui era una specie di dittatore? Sì, ma un dittatore comandato dai padroni americani, i veri burattinai. Poi il potere è andato al popolo, o per meglio dire, a un altro militare assolutista, il nostro Fidel Castro che, con la scusa della Rivoluzione, ha mostrato la propria forza sui cubani, tenendoli stretti nel suo giogo per più di mezzo secolo.

Cuba è rimasta agli anni ’60, basta vedere le automobili che ancora circolano sull’isola. Gli americani hanno applicato l’embargo economico, commerciale e finanziario, subito dopo la rivoluzione castrista. Pensate che al nostro fu Dittatore potesse importare di questa presa di posizione a stelle e strisce? Io non credo proprio, perché Castro ha continuato a imporre la propria superiorità su tutto e tutti. Sostituire una dittatura democratica con una comunista? Si può, i castristi lo hanno fatto. Combattere il fuoco con il fuoco, generando altro fuoco? Si può, i castristi lo hanno fatto. Combattere per liberare il popolo, per poi ucciderlo senza pietà al primo segnale di malcontento? Beh, direi che come inizio non c’è stato male.

Quindi, come ci dobbiamo comportare davanti alla caduta di un dittatore? Dobbiamo mostrare pietà? Dobbiamo mostrare indifferenza? Dobbiamo mostrare sdegno e indignazione? Tutte queste cose insieme, senza dimenticarci, però, che le dittature rappresenteranno sempre il male assoluto. L’uomo è l’unico animale che in natura uccide i propri simili e pensare che qualcuno lo faccia per utopistici ideali di libertà, oltre a farmi drizzare i peli sulle braccia, mi riempie il cuore di profonda tristezza.

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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