Se ne va un altro resgista della storia del cinema horror italiano. Ruggero Deodato, nato a Potenza, il 7 maggio del 1949, è morto oggi a Roma all’età di 83 anni. La sua avventura cinematografica inizia come comparsa in un paio di film con Totò diretti da Domenico Paolella, ovvero, “Destinazione Piovarolo” e “Il coraggio”. Ma la sua principale aspirazione era quella di stare dietro la macchina da presa. A dargli la prima possibilità di trasformare la sua passione in una professione è Roberto Rossellini.

Il maestro del neorealismo lo ingaggia come aiuto regista per “Il generale della Rovere” e “Viva l’Italia”. Per Deodato, l’incontro con Rossellini, che sul set lo chiama “Ruggerino“. sarà determinante. Dal grande autore di “Roma Città aperta”, assorbe l’amore per la creatività e per l’istinto. Altrettanto fondamentali sono le collaborazioni con Sergio Corbucci. È aiuto regista per “Gli onorevoli”, del 1963 e “Django” tutti le riprese in esterno in Spagna di Django, e con Riccardo Freda e soprattutto con Antonio Margheriti. E grazie proprio a quest’ultimo debutta come co-regista nel 1963 con “Su Ursus, il terrore dei kirghisi”.

La svolta arriva nel 1997, quando dirige “Ultimo Mondo Cannibale”. Il film avrebbe dovuto essere un sequel de “Il paese del sesso selvaggio” (1972), di Umberto Lenzi diretto dallo stesso Lenzi. Ma a volte le cose cambiano., La pellicola è interpretata dagli stessi attori protagonisti del film precedente, vale a dire Ivan Rassimov e Me Me Lay, ed è il primo lungometraggio in Italia a mostrare atti di cannibalismo. L’opera rappresenta il primo capitolo Trilogia dei cannibali per la quale il regista diventerà famoso in tutto il mondo.

A cura di Elisabetta Turci – Foto Repertorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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